Tutto al suo posto

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Non mi disse nulla delle ore che ci avevano separato, se non che era riuscito a lasciare andare tutto, ed effettivamente sembrava vero, dato che due giorni dopo eravamo all'aereoporto. La mia famiglia prese un volo per l'Alaska, noi invece, con camicia hawaiana e paglietta eravamo pronti a volare in Africa.
Jake il giorno prima era andato a salutare tutti alla riserva e io la avevo
accompagnato. Chiese scusa a Paul, dicendo che non aveva dimenticato cosa volesse dire e che capiva, anzi era mortificato di non aver capito prima. Jacob mi aveva parlato della sua trasformazione, non era qualcosa di facile da affrontare, aver paura di staccare la testa a chiunque, l'ansia di mantenere un segreto con tutti... No, non era qualcosa che avresti voluto per le persone a cui volevi bene, non era quello che un padre avrebbe augurato a suo figlio.
Appoggia la testa alla sua spalla, mentre aspettavamo che l'aerio decollasse. "Sai che non sono mai stato fuori dal continente?"
"Neanche io" risposi, anche se ovviamente lui questo lo sapeva. Tante volte avevo pensato a quel momento, ma pensavo che la prima volta non mi sarei diretta in Africa, ma in Europa, dai Volturi. Sapevo che prima o poi avrei dovuto affrontare quel viaggio, e quando ero più piccola speravo di farlo subito, appena trascorsi i sette anni e raggiunta la maggiore età, pensavo che in questo modo mi sarei sentita libera. Anche se i Volturi erano la cosa di cui avevo più paura al mondo, era impossibile dimenticare quello che mi avevano fatto passare. Le settimane di paura aspettando il loro arrivo, la sensazione di precarietà, molto diversa a quella di eterno a cui i vampiri erano legati, il terrore, quando li avevo visti e la necessità di farmi forza. Nessuno era come i Volturi. Anche i mesi dopo la battaglia non furono facili. Il clima era decisamente diverso, tutti erano sereni, cambiati nel profondo, uniti dalla minaccia superata insieme. Io avevo gli incubi. Penso che se mio padre non mi avesse convinto che non sarebbero tornati tanto presto, di cui era prova la serenità che era tornata a regnare in casa, probabilmente non se ne sarebbero mai andati. Poi però gli anni erano passati, nessuno aveva reclamato delle prove sua mia affidabilità nel mantenere segreta la mia natura, e tutto era caduto nel dimenticatoio, compresa la prospettiva del terribile viaggio in Italia. Però una parte del mio cervello era sempre spaventata da questa opportunità, come sapevo che una parte del cervello di zia Alice controllava sempre le decisioni di Aro o di Jane.
"A che pensi?" chiese Jacob, mi ero immobilizzata seguendo il flusso di pensieri, e questo mi aveva tradita
"Al fatto che ho sposato un ficcanaso" non volevo appesantire l'aria parlandogli delle mie strane associazioni mentali
"Se non ti vado bene puoi sempre lasciarmi" disse lui con un sorriso sornione
"Certo, e lasciarti a tutte le gatte morte che ti sbavano dietro.. potrei stare con te anche solo per ripicca"
"Che persona di pochi valori, signorina, io che la facevo una donna mossa dall'amore"
"Anche, diciamo che sono più mossa dalla passione, e lei, caro Signor Black, è la mia più grande passione da circa trent'anni"
A questo punto le nostre bocche erano luna ad un soffio dall'altra
"Pensa che uomo fortunato" disse e mi baciò, togliendomi il respiro.
Quando ci staccammo avevamo più di qualche sguardo addosso, una vecchietta ci guardava con disappunto, forse non eravamo avvinghiati in un modo proprio educato, due amiche bisbigliavano, non abbastanza piano perché non le sentissi "mamma mia, da quello mi farei fare tutto" decisi che non volevo sentire, erano due ragazza che stavano partendo per una vacanza, diciamo che erano a caccia, risi pensando alla differenza tra il loro concetto di caccia e al mio
"Che c'è?" chiese di nuovo Jacob "Diciamo che ricevi molti apprezzamenti, e diciamo anche che il fatto che non stacco veramente le teste non vuol dire che non possa fantasticare"
"Sei incredibile" disse ridendo "davvero basta un apprezzamento per vacillare nella strada del bravo vampiro"
"Direi che è più che sufficiente, se l'apprezzamento riguarda te nudo e impegnato a intrattenere qualcuna che non sia io" e poggiai la mano sulla sua mostrandogli quanto fossi gelosa delle sue attenzioni, partendo dal suo sguardo che non mi abbandonava mai, alla sua premura nell'assicurarsi che stessi bene e che fossi soddisfatta, fino ad arrivare alle attenzioni più intime che mi rivolgeva, e a quanto bene soddisfasse tutti i punti di vista, quello in particolare. Nel mentre mi beai della sua reazione, gli occhi spalancati, la bocca sempre più asciutta, era sempre appagante vedere fisicamente quanto mi desiderasse. Quando smisi indugia con la mano sulla sua facendola risalire dal polso, alla spalla fino al collo, nel tentativo di essere seducente, giusto per infierire, lui mi guardò negli occhi
"Non sai che voglia ho di andare in bagno"
"È un'idea davvero allettante signor Black" dissi con la voce da gatta
"Ma sai quanto sono piccoli i bagni dell'aereo, non so se te ne sei accorta ma io sono un po' ingombrante"
"Ho sentito che l'attesa del piacere è essa stessa il piacere"
"E chi l'ha detta questa cazzata?"
"Leopardi, è italiano"
"Non mi sembra uno molto sveglio" disse con il fiato corto, lo stavo davvero facendo penare
"Facciamo così, bimbo, ti alzi e vai in bagno, tra due minuti io ti raggiungo, e poi sono certa che troveremo qualcosa di interessante da fare"
Cercò di fare la parte dell'uomo di potere, sicuro di sé e per niente impaziente all'idea di ciò che lo aspettava, e ci sarebbe anche riuscito se non fosse stato così distratto da inciampare nei suoi stessi piedi.
Risi mentre da sola al posto anche io ero ansiosa di raggiungerlo. Aspettando che i due minuti passassero mi guardai la mano, la fede di Sarah Black era stata sostituita dalla mia. Era quella l'altra sorpresa dei miei genitori, l'orafo le aveva finite. Me la girai al dito, incredula di quanto sembrasse essere al posto giusto, la sfilai e guardai l'incisione al suo interno ~Jacob Black 25/12/2040~, mi piaceva leggere quella scritta, e guardare l'anello di cui, fino ad una settimana prima, pensavo di non avere bisogno. Intanto i due minuti erano scattati, quindi rimisi la fede al suo posto, e mi alzai, ansiosa di raggiungere la mia personale fonte di peccato.

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⏰ Ultimo aggiornamento: Aug 04, 2022 ⏰

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