Capitolo 50

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Così quella mattina piovosa, per le strade di Port St Lucie si sentirono diverse sirene della polizia squarciare il silenzio delle vie della città ancora dormiente. Arrivarono sul luogo una ventina di minuti dopo, quando Jerry scese dalla volante per un attimo maledisse il tempo che lo fece infangare fino a metà gamba, poi furioso seguì il collega che aveva guidato, sul campo cera già la squadra della scientifica tutti vestiti con delle tute impermeabili bianche che analizzavano la scena del delitto. Jerry salutò qualche suo collega e si avvicinò a Marc Field il capo della scientifica, i due erano grandi amici e capitava spesso che si ritrovassero anche al di fuori dal turno di lavoro, come tutti Marc quella mattina era abbastanza teso e quando si accorse di Jerry lo salutò solo con un cenno del capo.

Jerry gli chiese: < Allora Marc.. Il capo ci ha accennato qualcosa.. Si tratta di quella famosa avvocatessa Rachel Evans vero..? Sai dirmi qualcosa di più preciso?>. Marc sospirò scuotendo la testa: < Un vero peccato la donna era così giovane. .E per lo più così bella>. Jerry lanciò un occhiataccia al collega ma non disse, sapeva bene che l'amico anche se sposato era un eterno cascamorto, era più forte di lui non lo faceva con cattiveria poi Marc aggiunse:< Dalle prime ricostruzioni la donna è stata colpita con diversi colpi di pistola o comunque con un'arma da fuoco ma non è questo che l'ha uccisa; infatti ipotizziamo che essa abbia provato a scappare dal suo aggressore>; poi camminando continuando disse;< Basta vedere questi segni sul terreno dimostrano certamente che la donna strisciando abbia provato a scappare, ma l'assassino l'ha raggiunta e l'ha finita con un coltello da caccia conficcato sopra al cuore..>.

Per un attimo Jerry si ritrovò con la gola secca erano anni che faceva quel lavoro, ma quel caso con quella brutalità su una donna indifesa lo sconvolse.

Marc continuò: < Per ora posso darti solo queste informazioni, ma conto di poter dire di più dopo l' autopsia.. Scusami ma ora devo andare ..> Jerry annuì poi andò verso un collega che stava finendo si piazzare le strisce gialle per delineare la scena del delitto che si chiamava Sven Kumosky, un russo albino che si era trasferito da poco ma che era diventato presto un pezzo fondamentale della squadra. Sven non alzò nemmeno gli occhi da quello che stava facendo ma sapeva benissimo chi era che si avvicinava e con un accento forte straniero disse:< Capo Solvanti.. Qui ho quasi finito.. Come procedura, ho iniziato a indagare sulla vita della donna e dai documenti siamo riusciti a scoprire i nomi della famiglia della donna: i coniugi Evans i genitori, e un certo Erick Willing, probabilmente il marito i due hanno una bambina di 8 anni di nome Chloe Willing. Cosa faccio li convoco?> Jerry sospirò e disse: < Cazz .. Si meglio informali subito dellaccaduto magari possono avere delle informazioni importanti.. Di loro di presentarsi alla stazione di polizia tra 40 minuti io finisco un attimo qui e poi li raggiungo > Sven annuì e si avvicinò alla volante da cui era uscito per poter comunicare gli ordini a un altro collega rimasto alla centrale. Jerry si avvicinò al corpo della donna, a vederla dal vivo faceva ancora più impressione con quei occhi azzurri aperti come la bocca, se non fosse per quello e le ferite sul petto dalla posizione si sarebbe detto che la donna stesse facendo un riposino e che presto si sarebbe rialzata e tornata alla vita. Rachel era vestita casual con un paio di pantaloni eleganti e una camicia bianca e un impermeabile nero accompagnati da dei tacchi neri, di fianco a lei c'era una borsa grande con dei documenti e una borsa più piccola nera, probabilmente allora del delitto la donna stava tornando a casa.

Jerry indossò i guanti in lattice e diede una veloce guardata ai fogli, erano diversi fascicoli provenienti direttamente dal tribunale, con cura Jerry le prese e le mise in un sacchetto di plastica e ordinò che fossero subito analizzati; era plausibile che il delitto fosse avvenuto per vendetta però bisognava anche scavare affondo alla vita della donna per poter escludere tutte le ipotesi.

Nonostante tutte le analisi che stavano facendo sul campo per ora non cera traccia dell'arma del delitto, quindi o l'assassino se l'era portata via oppure non avendo molto tempo laveva nascosta lì vicino. La pioggia aumentò e questo non aiutò per nulla il lavoro dei poliziotti, per fortuna prima che l'acqua le cancellasse Jerry notò, nascoste tra dei cespugli delle impronte di piedi così Jerry riuscì a prendere i calchi per poter analizzarle meglio.

Jerry guardò l'orologio era già passata mezzora e quindi era meglio che andasse in centrale per parlare alla famiglia, così salutò tutti e ordinò a Sven di prendere lui il controllo e d'informarlo su qualunque novità o indizio avessero trovato. Jerry seguito da un collega ritornò sulla volante, completamente zuppo e con le sirene spiegate si diresse nuovamente verso la centrale, quando la raggiunsero un poliziotto lo avvisò che la famiglia Willing era arrivata e che li avevano fatti accomodare nel suo ufficio, Jerry grugnì e si diresse verso di esso ma prima si fermò per una piccola sosta alla caffetteria per prendere un caffè, aveva bisogno di caricare le pile per poter affrontare ciò che stava per fare.

Entrando dall'uscio notò che l'uomo e la bambina erano seduti ordinatamente sulle sedie davanti alla sua scrivania in silenzio, quando sentirono la porta aprirsi si girarono contemporaneamente verso la direzione da dove proveniva quel rumore quando se li ritrovò davanti Jerry rimase sconvolto per la seconda volta quella mattina, cosa che non capitava tanto spesso, di fronte a se rivedeva nella piccola in tutto per tutto la donna che aveva appena visto nel parco.

Senza pensarci troppo Jerry si presentò e iniziò a raccontare tutto cosa fosse successo cercando di non entrare troppo nei dettagli per non spaventare troppo la bambina, poi quando doveva per forza, entrare nei particolari più forti e macabri chiamò un agente perché accompagnasse la piccola in caffetteria: la bambina sembrava spaesata e spaventata non capiva bene cosa stesse succedendo e non voleva allontanarsi da lì, ma Erik cercando di mascherare l'angoscia e la tristezza diede un bacio sulla testa della figlia e le disse che andava tutto bene che non doveva preoccuparsi e non avere paura del poliziotto. Così Chloe non tanto convinta fu portata via in modo che non potesse ascoltare, una volta soli Erik che aveva finto fino a quel momento lasciò andare tutta la sua disperazione, Jerry dispiaciuto cercò di confortare luomo ma capiva benissimo che non era facile, in tanto un poliziotto bussando timidamente alla porta annunciò che i genitori della vittima erano stati avvisati e che presto avrebbero raggiunto la centrale. Jerry annuì e poi continuando a guardare luomo cercò di confortarlo disse: < So che deve essere un momento scioccante per lei e la sua famiglia, mi spiace molto ma le garantisco che noi faremo tutto il necessario per risolvere il caso. .Non è facile ne sono consapevole ma in questo momento mi serve lucido, sa se qualcuno volesse far del male a vostra moglie ?> Erik con voce rotta e quasi rancorosa rispose farfugliando quasi parlando con se stesso: < Cazz.. Io le avevo detto di stare attenta con il lavoro che svolge anzi svolgeva, abbiamo ricevuto così tante lettere minatorie ma lei nulla > poi singhiozzando disse: < Oh la mia piccola. .Ora come farò ?..Cosa dirò a mia figlia..???>. Jerry ascoltò in silenzio le parole dangoscia del uomo evidentemente in stato instabile annotando però mentalmente tutto, d'un tratto Erik tornò in se e ripose finalmente alla domanda posta dall'investigatore con voce roca sibilando: < La lista delle persone che avrebbero voluto vedere morta mia moglie è lunga glielo assicuro...Vi dirò tutto quello che so.. Per poter vedere chi ha fatto morire .. Perché le dico questo non permetterò mai che il suo assassino finisca semplicemente in galera ..la pagherà.> Jerry rimase per un attimo sconvolto dal cambiamento repentino di carattere del uomo ma non disse nulla, il poliziotto ancora non sapeva che quel caso sarebbe stata la sua rovina.

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