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- zayn -

"Mi ama, cazzo..." Mormorai tra me e me, lasciando cadere la testa sul volante mentre aspettavo mio padre "Lei mi ama"

Ripensando alle sue parole, mi chinai e mi passai le mani tra i capelli e sul viso, senza curarmi di scompigliarmi i capelli. Ero esausto e volevo andare a casa.

Un forte colpo al finestrino mi fece trasalire e, voltandomi, vidi mio padre. Sbloccai la macchina e la misi in moto mentre lui saliva "Dov'è la tua mente, Zayn? Ho bussato per un bel po'"

"Scusa" Mormorai, mettendo la retromarcia mentre lui allacciava la cintura "Oggi è stata una giornata lunga"

"Quando non lo è?" Chiese, sospirando forte e appoggiandosi allo schienale "Hai concluso l'affare, figliolo?"

"Ehm, sì" Gli dico, mordendomi il labbro mentre guido verso casa. A questo punto il mio muro era alzato, non volevo più parlare di lavoro "Io... mi prenderò un congedo di paternità, papà"

La sua risata riempì l'auto e mi offese un po' per quanto era beffarda "Per cosa, Zayn? Arabella è la madre, non tu"

"Voglio aiutarla!" Esclamo, guardandolo un attimo prima di concentrarmi di nuovo sulla strada "Sono il padre, voglio essere presente per il mio bambino"

"Tu lavori la mattina, puoi esserci la sera" Mi fa notare, scuotendo la testa e sbottonandosi la giacca "Non ne ho presa una per voi e guarda un po', sei venuto fuori benissimo"

Fantastico? Sì, certo.

"Siamo stati cresciuti da mamma e Lydia" Ho borbottato, alzando gli occhi al cielo il più possibile. La tensione riempiva l'aria mentre lui stava seduto in silenzio, questa sua azione mi fece un po' paura "Comunque, ci sarai almeno per la rivelazione?"

"Ci proverò" Finalmente parla "Quali sono i tuoi piani qui, Zayn? Ho sentito parlare di voi due in giro... un fidanzamento?"

"Sua zia pensava che fossimo fidanzati" Rispondo ricordando l'evento di beneficenza "Stavamo per dire il contrario, ma era scomparsa"

"Almeno conosci questa donna, Zayn?" Mi chiese, lo vidi guardarmi severo "Possiede la metà dell'Impero Astor: può rovinarci o renderci famosi"

"Quindi vuoi solo che sposi Arabella?" Glielo chiesi con rabbia, stringendo le mani sul volante "Per gli affari? Hai mai pensato se ci amiamo o no?"

"No, ma è evidente che vi piacete abbastanza da fare un figlio" Lui mi risponde "O ti sposi o ti tolgo l'attività"

Scuotendo la testa all'indietro, sono rimasto in silenzio. So che se avessi aperto bocca, sarebbe stato qualcosa di brutto.

Gli altri venti minuti furono silenziosi, dovetti aprire il finestrino da quanto l'aria era soffocante. Una volta arrivati nel nostro vialetto, parcheggiai l'auto e quasi saltai fuori una volta spenta.

Aprii la porta ed entrai, mi fermai per dare un bacio sulla guancia alla mamma e salii con rabbia al piano di sopra, perché a questo punto volevo solo vedere Arabella.

Entrando in camera mia, il mio cuore si gonfiò quando la vidi rannicchiata al centro del letto, con le sue parole che riecheggiavano nella mia testa. Camminai in avanti, togliendomi la giacca e le scarpe, e mi sedetti accanto a lei.

Baciandole la guancia, le sussurrai all'orecchio il suo nome, guardandola agitarsi "Sono a casa, bambolina"

I suoi occhi marroni mi osservarono, la sonnolenza sembrava un bagliore su di lei. Le labbra gonfie, le guance rosse e i capelli scompigliati.

"Sei qui, Z!" Sussurrò eccitata, spostandosi per abbracciare la mia gamba "Com'è andata la giornata?"

A quelle parole iniziai a sfogarmi su tutto. Mio padre che urlava a tutti per un errore commesso, le riunioni, il tentativo di concludere accordi e la digitazione di dati nei computer. Era tutto estenuante.

"Non hai preso il caffè, vero?" Chiese, appoggiando la testa sulla mia coscia e strofinando l'altra gamba "Ricordi il nostro accordo?"

Le sorrisi "Certo, bambolina. Niente caffè finché non arriva il bambino"

"Bene" Disse lei, sbadigliando un po' "Hai già mangiato? La pasta di tua madre è deliziosa"

"Non ho fame" Dico, scuotendo la testa e continuando a far girare tra le dita una sua ciocca di capelli "Tu hai fame?"

"Un po', sì" Risponde lei, seppellendo il viso tra la mia gamba e il letto. La sua mano mi accarezza l'altra coscia "Ma voglio della frutta"

"Vado a prenderne un po'" Le dissi, lasciandola scendere dalle mie gambe, mi alzai e uscii. Scesi in cucina, mentre mamma metteva gli avanzi in dei contenitori "Ciao, mamma"

"Hai intenzione di mangiare, amore?" Chiese fermandosi, alzando un sopracciglio, io scossi la testa e lei aggrottò le sopracciglia "Perché no? Hai sempre fame quando torni a casa"

Mi guardo intorno e mi appoggio al bancone accanto a lei "Papà mi ha minacciato mentre venivo qui" Sentendola sussultare e far cadere il cucchiaio, sgranai gli occhi per la sua reazione drammatica e scossi la testa "Non in senso negativo, mamma"

"Ogni minaccia è cattiva" Ribatté lei, dandomi un colpo sul braccio e continuando a scodellare "Cosa c'è?"

"Sposare Arabella o farmi togliere la mia parte di attività" Dissi passandomi una mano tra i capelli, iniziando a fare quello per cui ero venuto "Non posso sposarla ora, mamma"

"Lo so" Lei dice "Ma alla fine lo farai, giusto?"

Impedendomi di tagliare un kiwi, mi rivolgo a lei "Come faccio a capire se la amo?"

"Oh, tesoro" La mamma chiude il contenitore, mi costringe a guardarla negli occhi, i suoi occhi conservano la stessa luce di quelli di Arabella "Chi è la prima persona con cui vuoi parlare? Chi è la prima persona che ti viene in mente quando ti svegli? Chi è la prima persona a cui pensi sempre?" Lei mi sorride "Per me è sempre stato tuo padre

Lasciandomi solo, ho risposto alle sue domande: Arabella, Arabella e Arabella.

Kiwi | Z.M [Italian translation]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora