Agguantai la lettera e me la rigirai tra le mani, studiandola con gli occhi e scendendo senza fatica dalla scaletta. Sì, non c'era dubbio: era la scrittura di Laughing Jack. Il campanello del negozio suonò nell'esatto momento in cui provavo ad aprirla, fermandomi dalle mie azioni e facendomi alzare lo sguardo, portandomi in uno stato di allerta. Se fosse stato il proprietario, non avrei avuto difficoltà ad ucciderlo, ma non era lui a guardarmi con aria afflitta e vuota. Il solito contrasto tra il bianco e il nero del clown era pieno di colore: schizzi color cremisi riempivano i suoi abiti e la sua pelle. A quanto sembrava, non avrei più dovuto preoccuparmi del vecchio e, con mia fortuna, questo posto sarebbe andato a picco con lui. Non sopportavo i bambini, o i dolci, e non mi andava per niente giù il rapporto che Lj aveva con questo posto. Mi sorpresi a pensare quanto un semplice negozio avesse la possibilità di rendermi gelosa.
«Ti avevo chiesto di non entrare.» La sua voce era così bassa e debole da farmi aggrottare le sopracciglia.
«Non sono molto brava a seguire le regole.» mormorai di rimando, avvicinandomi guardinga e mostrando il pezzo che avevo ritrovato.
Anche il killer avanzò di un paio di passi, barcollando in mia direzione. Una leggera risata stanca sfuggì dalle sue labbra, prima di perdere completamente le forze e crollare sulle sue ginocchia. Scattai verso di lui, fermandolo prima che potesse sbattere a terra con il resto del corpo. Nel vederlo così da vicino, mi accorsi delle ciglia bagnate e delle brillanti strisce che segnavano le sue guance in verticale. Perché Laughing Jack aveva pianto? Se non me ne fossi andata per intrufolarmi nel negozio del proprietario, probabilmentelo avrei scoperto. Invece mi trovavo in ginocchio con la testa del killer appoggiata alle cosce, il suo respiro affannato contro l'addome e la sua pelle che scottava la mia. L'omicidio lo aveva affaticato troppo, rendendolo febbriciante, e quel poco di energia che gli aveva procurato la manovella non era ancora abbastanza. Dovevo riportarlo a casa. Avevo recuperato tutto ciò che mi serviva e lui aveva davvero bisogno di riposare. Lo afferrai stretto, abbracciando il suo corpo per quanto potevo, e mi concentrai per materializzarci direttamente nel centro della sua camera, alla CreepyHouse. Aveva davvero fatto un buon lavoro: la sua stanza era una magica copia perfetta della scatola che stavamo cercando e questo mi dava la possibilità di entrare nella proprietà senza chiedere il permesso al confine. Sapevo che arrivare qui di botto avrebbe allarmato chiunque fosse nel campo di forza di Slender, ma questo era il posto sicuro di Laughing Jack e non potevo portarlo da nessun'altra parte.
«Kendra! Lj! Dove cazzo siete stati?! Avevo espressamente detto che non avreste più dovuto continuare la ricerca!» Il ringhio del killer mi arrivò dritto dietro le tempie, facendomi quasi esplodere i timpani.
Slender fece la sua comparsa davanti la porta della camera, probabilmente lasciata aperta dal killer adagiato sulle mie ginocchia. A quella vista, l'aria tremò intorno a me: Slender si stava incazzando. E di brutto a quanto sembrava.
«Che cosa gli hai fatto?» Ora la sua voce era bassa, inaspettatamente calma, come se vedere un suo protetto in quelle condizioni lo avesse privato di tutte le energie. Altre teste spuntarono dal piccolo spazio che lasciava la porta sul corridoio, facendomi ricevere altre due paia di iridi azzurrine addosso, pesanti come macigni.
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Heart-Shaped Box - A Laughing Jack story
ParanormalDark Romance Spin-off della dilogia "Jeff The Killer - il killer dannato e sexy" ma LEGGIBILE SEPARATAMENTE "Il suo tono di voce era di almeno un paio di ottave più basso del solito ed ero sicura che sarebbe stato veramente spaventoso per qualcuno...