Laughing Jack si era addormentato dopo solo qualche minuto. Si prese giusto il tempo per potersi sistemare e nascondere sotto le coperte, una volta lasciato libero dal mio incantesimo. Si sdraiò su un fianco e sentii la pesantezza del suo sguardo su di me. Seguii i suoi movimenti, ritrovandoci faccia a faccia, prima di assicurargli che non me ne sarei andata durante la notte. Lo vidi chiudere piano le palpebre e sentii il suo respiro farsi più regolare. Fu spezzato solo da un sospiro per incanalare ancora un po' di quell'aria che gli avevo privato. Aspettai che ogni suo movimento si fermasse, prima di sedermi bene contro la testiera del letto ed evocare le lettere tra le mie mani. Se davvero voleva donarsi a me, doveva farlo nella sua totalità. Con me era sempre stata una questione di tutto o niente e per la sadica versione di me che ero diventata, era ancor più marcato quel confine. Solo io potevo sguazzare nel mezzo e non mi sarebbe importato se qualcuno avesse iniziato a soffrirne.
Aprii la busta impolverata che era comparsa nel mio palmo destro, appoggiando l'altra al mio fianco, fuori dalla portata delle mani del killer che russava leggero al mio fianco. Dentro vi trovai due fogli: un foglio pulito, ben piegato, e l'altro più stropicciato. Controllai il primo pezzo di carta, trovandoci un disegno ben fatto. Sembrava una fotografia in scala di grigi. E rappresentava me. Quei tratti segnavano la mia figura, ripresa dall'alto, mentre mi muovevo languida e sensuale nel sangue delle mie prime cinque vittime. I capelli lunghi, tinti da quel liquido viscoso, mi circondavano donandomi un alone tetro. Le mie dita bagnate da ombre scure, sfioravano le labbra e la gola facendomi apparire così arrapante che per poco non ritornai a toccarmi. In più, le palpebre appena socchiuse e l'espressione estasiata erano ciò che attirava di più l'attenzione. Lj aveva davvero fatto un ottimo lavoro e, se nella realtà gli altri mi vedevano in questo modo, dovevo essere l'eccitazione più letale al mondo. Quello era il ritratto del primo vero barlume di chi ero veramente. Non potevo che essere soddisfatta ed orgogliosa di come avevo incendiato la miccia della dinamite che faceva parte di me. Il sangue mi donava, era la mia essenza. Sfiorai con i polpastrelli il disegno, facendo attenzione a non sbavare quei delicati tratti di matita. Mi meravigliai nel vedere com'era stato ben conservato, al contrario dell'altro foglio con cui era in compagnia. La carta era ingiallita, accartocciata come una bozza destinata al cestino. I contorni erano strappati e alcune macchie circolari avevano sbavato l'inchiostro. Lacrime.
13/04/2015
Kendra, te ne sei andata...
Katherine ha portato qui la scatola solo dieci giorni fa. Mi sono sentito morire nel vederla tra le sue mani.
Non posso credere che fino a poco fa, andasse tutto bene e ora... Ora è crollato tutto a pezzi. Non so nemmeno cosa scrivere. È tutto un continuo flusso di pensieri che m'inonda e non mi lascia scampo. Faccio fatica a mettere ordine in tutto questo caos e sono passati solo pochi giorni da quando te ne sei andata.
Sai... ti stavo preparando un regalo. È veramente qualcosa di sciocco e ora, probabilmente, ti farebbe andare su tutte le furie. Volevo solo farti capire come quel giorno ha significato tanto per me. Aver avuto la possibilità di essere stato il tuo accompagnatore e averti vista in quel momento, piena di quella dolce follia, è stato illuminante. Mi hai attratto come le falene alle fiamme e, anche a costo di bruciare, avevo bisogno di rivederti così. Ti ho disegnata, nel bel mezzo del tuo omicidio ed è qualcosa di così meraviglioso che solo ora, vedendolo finito, riesce a riportarmi da te, ovunque sei. Ovunque tu ti sia nascosta. Lontano anche da me.
STAI LEGGENDO
Heart-Shaped Box - A Laughing Jack story
ParanormalDark Romance Spin-off della dilogia "Jeff The Killer - il killer dannato e sexy" ma LEGGIBILE SEPARATAMENTE "Il suo tono di voce era di almeno un paio di ottave più basso del solito ed ero sicura che sarebbe stato veramente spaventoso per qualcuno...