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  Il suo respiro si aggrappò al mio, così come le sue iridi

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Il suo respiro si aggrappò al mio, così come le sue iridi. Ora aveva un colore troppo simile a quello che vedevo in ogni mio riflesso. Troppo simile a quello della mia famiglia di sangue. Mi voltai verso il soffitto, comoda sul letto. Non riuscivo a guardarlo così.

Sospirai, sentendomi in grado di potermi muovere di nuovo senza crollare a terra per il tremore del piacere. Mi sollevai a sedere e portai le gambe fuori dal confine del letto. Feci per alzarmi, quando le dita di Laughing Jack si chiusero delicate intorno al mio polso. Una presa veramente differente dalla selvaggia passione di poco prima. «Dove vai?»

«La mia per niente pericolosa nipotina mi ha visto torturarti e gli altri saranno preoccupati. Voglio scendere e prendermi qualcosa da sgranocchiare, nuda e sporca di sangue.» Mi strinsi nelle spalle. «Farli incazzare è la mia ragione di vita.» aggiunsi, guardandolo da sopra la spalla.

La sua risata arrivò leggera ai miei timpani. Era da un po' che non lo sentivo ridacchiare così. Forse questo posto lo faceva davvero sentire rilassato. A casa. «Sei veramente una stronza.»

Non c'era cattiveria nel suo tono, ma solo una divertita nota di ammirazione. Sollevai le spalle mentre mi liberavo della sua morsa. Qualcosa su di lui, però, catturò la mia attenzione: la coscia su cui avevamo posato l'ultimo pezzo trovato era segnata da qualcosa. Mi voltai meglio verso di lui, con un cipiglio sul volto, rendendolo serio in un attimo. Posai i polpastrelli sulla pelle increspata della sua gamba: l'incisione che avevo fatto, non era sparita. Era diventata una bianca cicatrice.

«Ma cosa..?» La gravità nella mia voce preoccupò il killer, che si alzò a sedere nel letto e si guardò quei segni.

I suoi occhi si spalancarono, prima di viaggiare dalla cicatrice a me e viceversa. Provai a farla sparire con un incantesimo, ma non sbiadì nemmeno un po'. Era diventrata parte di lui, della sua pelle. Uno sbuffo mi fece sollevare le ciglia. Perché stava sorridendo così? Era completamente impazzito?

«Perché ridi?»

Lj si slanciò verso di me, afferrandomi e cingendo le braccia intorno al mio busto, prima di crollare di nuovo con la schiena sul letto e portarmi con sé. Cercai di divincolarmi, ma il suo abbraccio si fece più stretto e la sua risata più forte.

«Jack, lasciami! Che ti prende?!» esclamai, provando almeno ad allontanarmi il minimo indispensabile per guardarlo in volto.

«Mi hai fregato, Ra.» mormorò, tra un singulto divertito e l'altro. Alle sue parole, congelai ogni mio movimento e rimasi ad ascoltare. «Questa volta l'hai fatta proprio grossa.»

«Spiegati.»

Il suo viso si nascose tra il mio collo e la spalla, posando le sue labbra delicato sulla mia pelle. «Questo, è il marchio della mia appartenenza a te. Hai intagliato la scatola in un momento in cui le tue emozioni erano in tumulto e facendolo, l'hai resa tua. Prima deve essere successa più o meno la stessa cosa, a quanto pare. Solo con la mia pelle al posto del legno. Sono veramente e totalmente tuo, ora.»

Heart-Shaped Box  -  A Laughing Jack storyDove le storie prendono vita. Scoprilo ora