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  Gli occhi di Jason si sbarrarono alla vista dei miei accompagnatori, non appena aprì la porta in metallo della sua casa

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Gli occhi di Jason si sbarrarono alla vista dei miei accompagnatori, non appena aprì la porta in metallo della sua casa. «Ci puoi sopportare per circa un'ora?»

«Solo se la biondina sta fuori.» cominciò, fissando Mirari. Gli bastò un mio sguardo gelido per annuire sospirando. «D'accordo, entrate.»

Gli sorrisi e gli diedi un buffetto sulla guancia, prima di superarlo. Sentii i passi dagli altri dueseguirmi a ruota. Probabilmente per paura che il creatore di giocattoli li chiudesse davvero fuori. Un'idea divertente si fece largo tra i miei pensieri e mi morsi il labbro inferiore, forzandomi di non scoppiare a ridere. Volevo intrattenermi con quella deliziosa adolescente incazzata con il mondo, prima di tornare alla CreepyHouse per il rito. Se mio fratello fosse venuto a conoscenza che la sua povera figlioletta indifesa era stata spettatrice di un altro massacro, mi avrebbe sicuramente infastidita con le sue finte regole morali da noioso rompicoglioni. Qualcuno doveva prendersi cura di Mirari ed ero sicura che Lj non mi avrebbe lasciata sola, visto il suo recente volermi dimostrare affetto.

Mi voltai verso il proprietario della "casa" e dal suo sguardo cupo, doveva aver intuito che stavo per ordinargli qualcosa che non gli sarebbe piaciuto per niente. E aveva dannatamente ragione. «Jason, controlleresti Mirari per un po'? Vorrei divertirmi senza limiti con il regalino che mi sono mandata. Devo assolutamente riprendere un po' di energia, prima di affrontare ancora il rito di Lj.»

Senza aspettare la sua risposta - sicuramente negativa e con qualche insulto nel mezzo per rafforzare la sua posizione - afferrai la mano del clown e salutai la bambina, prima di scendere nell'ampia cantina. Nel sentire i nostri passi sulle scale, un'ombra si mosse nell'oscurità. Benissimo, la ragazza era sveglia. Potevo sfruttare lei nel ricevere le risposte che mi spettavano, soprattutto ora che il killer non poteva più nascondermi nulla. Speravo solamente che fosse stata messa al corrente di tutto. Con i polpastrelli, trovai l'interruttore della luce, accecando per un attimo la giovane. Si ritirò su se stessa, con i pugni chiusi intorno ad un coltello... Uno dei miei fottutissimi giocattoli nuovi, maledizione!

«Ciao, tesorino. Conviene che posi quell'oggetto. Può rivelarsi pericoloso nelle mani di chi non lo sa usare.» avvertii, avvicinandomi e porgendole la mano, approcciando in maniera ragionevole alla mia preda.

La sua presa si fece più stretta e si lanciò contro di me, provando inutilmente a colpirmi. Le afferrai il polso e, come un gioco di passi e giravolte, la feci roteare davanti a me, fino a portare la sua schiena contro il mio petto. Le alzai il braccio, tendendolo in modo che non possa pugnalarmi.

Sospirai. La ragionevolezza non funzionava mai. Non faceva per me, ma ci provavo davvero. «Come ti dicevo, pericolo...» Il coltello che tratteneva, cadde nella sua mano libera e subito dopo delle scosse iniziarono a scuotere il mio corpo. Partendo da una fitta al fianco, le sentii scorrere elettriche fino a raggiungere le dita strette intorno al suo arto, spezzandolo per colpa della forza con cui le scosse mi facevano tendere nervi e muscoli. Il suo grido superò la mia imprecazione a denti stretti e, improvvisamente, la scossa finì. Spinsi la ragazza per terra, calciandole lo stomaco più volte per evitare che si rialzasse senza fatica.

Heart-Shaped Box  -  A Laughing Jack storyDove le storie prendono vita. Scoprilo ora