Un paio di occhi scuri come la più nascosta delle ombre, ricambiavano il mio sguardo. Non potevo lasciare che si infiltrasse nei miei pensieri. Era sempre stata brava a farlo. Anche quando i pensieri non erano esattamente dei migliori. Kaira però non mi aveva mai giudicato. Mi guardava sorridente, con quella sua dolcezza caratteristica anche quando le spezzavo il cuore.
«Laughing Jack. È tanto tempo che non ci vediamo. Come stai?» Continuava a sorprendermi la sua empatia, nonostante l'ultima volta le avevo causato la cicatrice che le percorreva gola e petto, in diagonale.
Restando in ginocchio e voltandole le spalle, alzai lo sguardo verso la finestra. In quel modo potevo tenerla d'occhio senza guardarla davvero. Senza doverle rivelare i miei pensieri dietro lo specchio delle mie retine. «Sei arrivata in un pessimo momento.»
«Lo vedo. Si tratta di Kendra?» Il suo nome, su quelle labbra, era sbagliato. Tanto da farmi venire la pelle d'oca.
Non riuscivo ad immaginare come sarebbe potuto suonare il nome di questa umana fuori dalla bocca della mia killer. Annuii soltanto, in risposta ai suoi dubbi. Non c'era mai stata nessun'altra che Kendra nei miei pensieri. Anche mentre affondavo tra le braccia di Kaira, pregavo fossero quelle della sadica stronza di cui ero innamorato. La stronza che così stronza non si stava rivelando. La donna replicò il mio cenno. Era seria. Sapeva quanto contasse per me e non me ne aveva mai fatto una colpa.
«Ti va di parla..?»
«No.» tuonai, interrompendola. Avrei anche potuto sfogarmi con lei, data la sua imminente morte, ma non volevo. Questa voragine nel petto doveva stare qui. Dentro di me. A scarnificarmi pensiero dopo pensiero.
Un altro cenno. «Ti ho portato un regalo.»
Le mie sopracciglia si avvicinarono, donandomi un'espressione confusa. Dal riflesso del vetro, la vidi muoversi per estrarre qualcosa dalla borsa. Solo in quel momento realizzai che era davvero lì. Lì sulla soglia della mia porta, in una casa piena di spietati assassini e un ex stupratore. Come faceva ad essere ancora viva?
Il pensiero dovette sfuggirmi anche dai denti, visto che la sua risata acuta mi colpì alle spalle, precedendo la sua risposta. «Ho parlato con il tizio alto e senza... volto. Gli ho assicurato che mi avresti uccisa tu. Ma prima dovevo vederti e consegnarti questi. So che li stai cercando. Insieme a lei.»
Kaira era l'unica discendente di Isaac che sapeva consapevolmente di Kendra. L'unica con cui avevo stretto un legame affettuoso. Speravo mi aiutasse a dimenticare la killer. Ma per quanto spingessi in lei, creandole cicatrici profonde quanto quelle esterne, non ero riuscito a farmela piacere. Non era colpa sua, però. La mia ossessione per chi cresceva con me, fin da bambino, mi rendeva difficile dimenticare la loro presenza. Mi rendeva difficile perdere i sentimenti che mi avevano fatto provare. Lo dimostrava la rabbia e la vendetta che covavo verso la discendenza del primo infante al quale ero stato affidato.
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Heart-Shaped Box - A Laughing Jack story
ParanormalDark Romance Spin-off della dilogia "Jeff The Killer - il killer dannato e sexy" ma LEGGIBILE SEPARATAMENTE "Il suo tono di voce era di almeno un paio di ottave più basso del solito ed ero sicura che sarebbe stato veramente spaventoso per qualcuno...