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L'ingresso in legno ammiccava alla luce del sole, avvicinandosi più velocemente di quanto avrei voluto. Quante volte l'avevo superato da piccola? Molte, troppe volte. Da bambina non vedevo l'ora di entrare e stare in compagnia di quella che un tempo consideravo la mia famiglia. Ma non ero più quella ragazzina e ora non riuscivo a smettere di pensare al massacrarli tutti.

Dopo otto anni non potevo certo farmi mancare un'entrata ad effetto. Con un colpo secco spalancai la porta, facendo sobbalzare le figure che si trovavano in salotto. Probabilmente mi stavano aspettando dopo essere state avvisate da Slender del mio arrivo. Niente sembrava essere cambiato da quando me ne ero andata. Come se il tempo qui si fosse congelato. E non ne sarei rimasta sorpresa se avessi scoperto che era davvero così.

«Ahi ahi, la strega è tornata! Affilate i forconi e preparate il rogo.» dissi, catturando completamente l'attenzione di tutti.

Circa una decina di teste si voltarono verso di me, con una confusione di emozioni a colpirle come pugni nei denti. Slender si affrettò a mettersi tra me e i suoi famigliari, dando vita ad una scena poetica: la stronza psicopatica tenuta a distanza da quelle che avrei voluto fossero mie cavie. Purtroppo per me, riconobbi ogni viso. Sulla sinistra, Eyeless Jack e Clockwork si erano alzati di scatto dal divano. Erano molto vicini e Ej, con la maschera sistemata, si era portato un passo più avanti, frapponendosi tra me e lei. Lasciai scivolare lo sguardo verso destra, fermandomi su Sally e Ben abbracciati e ancora seduti, ma abbastanza all'erta da scattare in un secondo. Non potevo crederci! Erano nate delle nuove coppie durante la mia assenza! Torturarli sarebbe stato molto più soddisfacente ora che erano tutti molto più legati. A seguire, c'erano Liu ed Alice, l'uno al fianco dell'altra. Non erano armati ma potevo sentire Alice trattenere il respiro mentre posavo i miei occhi su di lei. Infine, c'erano Katherine e Jeff. I miei genitori.

«Kendra...» mormorò quella che doveva essere mia madre, con gli occhi lucidi e portandosi le mani davanti alla bocca, come se non credesse ai suoi occhi. Il marito la teneva stretta a sé.

La guardai con aria di sufficienza, alzando il mento e facendo un mezzo sorriso. «Ciao, madre.» Nessuno replicò. Anzi, sembrava che si fossero congelati tutti sul posto al sentire le mie due parole. Aspettai un secondo in più prima di incamminarmi verso le scale per il piano superiore e riprendere a parlare. «Ora che questi intensi convenevoli si sono conclusi, dovete scusarmi ma devo controllare la mia cavia. Voglio sapere se posso ucciderlo in fretta.»

Stavo per mettere il piede sul primo scalino, quando una presa ferrea mi circondò un polso. Alzai lo sguardo, incrociando la maschera di Eyeless Jack. «Non toccherai più nessuno di noi, ficcatelo in quella testolina squilibrata.»

Le mie sopracciglia si alzarono, mentre sorridevo impietosita. «Ma non sei tu a prendere le decisioni. Dato che sono qui, vuol dire che qualcuno più importante di te è d'accordo nel dare in pasto quel pagliaccio alla stronza psicopatica.»

Heart-Shaped Box  -  A Laughing Jack storyDove le storie prendono vita. Scoprilo ora