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Lasciai il viso di Laughing Jack, trovandomi i palmi bagnati dalle sue lacrime, mentre un urlo ovattato cercava di arrivarmi alle orecchie

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Lasciai il viso di Laughing Jack, trovandomi i palmi bagnati dalle sue lacrime, mentre un urlo ovattato cercava di arrivarmi alle orecchie. Aprii lentamente le palpebre e di fronte a me scovai Jason che colpiva con i pugni la cupola insonorizzata ancora ben solida intorno a me e al clown.

Mi alzai e con un delicato gesto della mano, lasciai evaporare la gabbia opaca. «Sto bene, Jason. Preoccupati di più per lui.»

Raggiunsi il letto e mi sedetti a guardare la scena, togliendo stizzita alcune lacrime che erano sfuggite al mio controllo: Lj spinse via in malo modo il fabbricante di giocattoli che, nonostante l'astio che provava per lui, cercò di aiutarlo ad alzarsi. I suoi occhi grigi puntarono verso di me, pieni di rabbia e sofferenza. Io, d'altro canto, mi sentivo completamente svuotata. Il vaso di Pandora che rappresentava il mio passato era stato scoperchiato di nuovo, facendo scivolare sotto le mie ciglia anche il momento esatto in cui rimasi completamente fottuta. L'affetto che provavo per quel contenitore in legno mi aveva intrappolata in questi giorni di ricerca e continue torture alla mia psiche già gravemente danneggiata.

«Sei contenta, ora?!» ruggì il clown, fronteggiandomi.

Non sentivo niente, in realtà. Finalmente, dopo quasi un decennio, potevo respirare senza sentire dei macigni sulla schiena. Sapevo che non sarebbe durato a lungo: nella mia vita niente di buono durava mai a lungo. Alzai le spalle in risposta, ottenendo uno sguardo confuso e furibondo. Laughing Jack si lanciò su di me, inchiodandomi al letto per le spalle. Non opposi resistenza, non provai nemmeno a riprendere il dominio della situazione. Lo trovai eccitante, nonostante la lieve apatia del momento, e maledettamente sexy con quelle ciocche rosse che sembravano renderlo più selvaggio.

«Ti piace farmi impazzire, non è vero?! È questo il tuo scopo? Torturarmi per farmi diventare come te?» mi accusò furente, prendendomi i polsi con le sue mani e stringendoli per far prevalere la sua poca forza sulla mia.

Senza ricercarla, caddi in una visione: intorno a me era buio, poi tutto si saturò. Milioni di luci rischiaravano quelli che dovevano essere i profili delle giostre di un luna-park. Risate e urla gioiose di bambini riempirono le mie orecchie e una ragazza molto giovane, forse sui quindici anni, controllava alcuni infanti che salivano su un trenino. La sua figura mi era familiare, ma proprio non riuscivo a ricordare dove l'avessi vista o quale fosse il suo nome. Alzai lo sguardo, trovandomi proprio sotto l'arco di entrata al luna-park. Le lampadine scrivevano "MAGIKO AMUSEMENT-PARK".

«Rispondimi Kendra!» La voce del clown mi strappò da quelle immagini, che si sfaldarono come se fossero state pugnalate, riportandomi nel presente.

«So dove si trova il prossimo pezzo della scatola.» Ignorai il suo ordine, calma, senza smettere di guardarlo negli occhi.

La sua presa si fece più stretta e il suo intero corpo si tese, seguendone lo stesso esempio anche il viso. «Non mi interessa di quello stupido pezzo di legno, ora. Rispondimi!»

Heart-Shaped Box  -  A Laughing Jack storyDove le storie prendono vita. Scoprilo ora