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Tra le pagine dei libri che ero riuscita sfogliare, non c'era scritto nulla di utile. Niente che potesse aiutarmi in quest'occasione, almeno. Solo quando raggiunsi la copertina rilegata, notai qualcosa. Una piccola figura, un disegno quasi del tutto scomparso. L'incisione nella pelle rappresentava due figure. Una sotto l'altra e intorno a loro giravano dei piccoli spiriti. Subito sotto la figura supina, c'era il titolo di quella pratica.

"Commutatio animarum", ovvero "lo scambio delle anime" in latino. Mentalmente, richiamai a me Slender, facendomi spiegare nel frattempo in cosa consisteva. Gli lasciai intendere che era esattamente quello che dovevo fare e la sua sfuriata di quanto fosse pericoloso non tardò ad arrivare.

La sofferenza che avrei provato, quella che avrei tolto a Lj, non mi faceva paura. In qualche parte dentro di me, c'era un frammento del clown e lo avevamo già appurato fin dai primi incontri. E se lui faceva parte di me, anche tutto ciò che gli apparteneva faceva parte di me. Come quegli spiriti che erano entrati in lui e non lo lasciavano guarire. Ovviamente, Slender era più preoccupato di Lj e mi proibì di compiere questo rito. Non mi importava. Non mi sarebbe fregato nemmeno se avessi dovuto usare tutta la mia magia. Era un modo per salvare il killer e, dando ascolto agli accordi presi con lui e gli altri creepypasta, era esattamente quello che dovevo fare. Salvarlo, anche a costo di torturare qualcuno. Fortunatamente per loro e non molto per me, non avrei dovuto ferire nessuno, se non me e Laughing Jack. Ma lui avrebbe sofferto solo per un attimo. Quando le mie mani entrarono a contatto con il suo petto, luogo in cui il primo spirito era entrato, iniziai a sentire qualcosa risalire sotto pelle e bruciare nelle vene. Per un momento pensai di abbandonare il tocco, ma era a quello che serviva Slender. Con i suoi tentacoli ci teneva fermi, collegati e quasi legati l'uno all'altra. Io non potevo allontanarmi dal corpo del clown e lui non poteva sottrarsi al nuovo rito. Sentivo la carne sfaldarsi, senza farlo visibilmente. Le vene prendevano fuoco, come nel bel mezzo di un incendio che, lento e inesorabile, si preparava a inghiottirmi tutta.

Tra gli urli, sentii il mio nome. Lj mi stava chiamando. Mi implorava di smettere e in quel momento, tutte le sensazioni si amplificarono. Percepivo il mio dolore e il suo, ma cercavo di tenerli per me. Non volevo buttarli addosso a lui. Questo collegamento non sarebbe avvenuto da entrambi le parti. Sentivo la preoccupazione del clown per me. Sentivo quanto volesse fermarsi per non vedermi soffrire, per non sentirmi urlare così. Allora chiusi la bocca, strinsi i denti e mi morsi la lingua. Non mi importava se mi si fosse staccata, se serviva a far rilassare di più Jack. La sua sofferenza, stava diminuendo con la stessa rapidità di quanto cresceva in me. Sentivo le voci delle vittime, dei discendenti. Cercavano quel minuscolo pezzo di Lj in me, scavando nelle mie interiora e nei miei muscoli. Trattenni a stento le lacrime, mentre la testa scattava all'indietro per non far notare quanto stavo male. Quando Lj smise di soffrire, aprii gli occhi. Tremando allontanai le mani da lui e mi abbracciai il corpo, con i palmi schiacciati contro la mia persona. Un intero rogo si stava sprigionando sotto la mia pelle. I tentacoli di Slender mi avvolsero in quella posizione e mi allontanò da Jack. Mi trovai presto a terra, in posizione fetale, scossa da convulsioni che non sapevo fermare. Laughing Jack era trattenuto dagli stessi tentacoli che fino a poco prima legavano me.

Heart-Shaped Box  -  A Laughing Jack storyDove le storie prendono vita. Scoprilo ora