Arrivai al rifugio per l'ora di pranzo, con il mio aspetto e qualche busta di cibo tra le mani, più silenziosa del normale. Hideki e Jason mi accolsero esultando e fiondandosi a guardare quali doni avessi portato per il nostro stomaco, ma il soggetto dei miei pensieri mi arpionò con lo sguardo solo stando seduto alla poltrona che affacciava sulla porta. Si alzò con tutta la calma che possedeva e mi fece cenno di seguirlo in bagno. Lasciai che i killer dividessero i pasti ed eseguii il suo tacito ordine. Anch'io avevo bisogno di parlare con lui, nonostante non volevo che sapesse di ciò che avevo scoperto. Era quello di cui parlava nelle lettere? O era un avvertimento per la famiglia di Isaac, per farli stare lontani da me? Chiusi la porta alle mie spalle, in attesa che parlasse. Lo vidi passarsi le mani tra i capelli, in un gesto sfinito, poi lasciò cadere all'indietro la testa lasciando cadere le braccia lungo i fianchi. Continuava a darmi le spalle, in completo silenzio e non riuscivo a vedere nemmeno il suo riflesso del vetro della doccia. Quando un sospiro solitario sfuggì alle sue labbra, svuotandolo dei pensieri invasivi, si voltò per fronteggiarmi.
«Immagino tu abbia conosciuto Claire.» Il suo tono era basso, calcolatamente calmo e maledettamente falso.
Mi appoggiai alla porta con la schiena, incrociando le braccia, in un atteggiamento di sfida. «Sì, anche se non ha fatto in tempo a presentarsi del tutto, prima che finissi con lei.»
«So che non l'hai toccata nemmeno con un dito, Kendra. Non mentire. Non a me.» Laughing Jack si fece più vicino, passo dopo passo, fino ad imprigionarmi tra lui e il legno della porta. «Che cosa ti ha detto quella lunga lingua velenosa?»
Restai in silenzio per un attimo, combattendo contro me stessa per non cedere alla fame che mi divorava sempre di più ogni giorno, quando lo sentivo vicino a me. La sua vicinanza era arrapante e lui stava cercando in tutti i modi di rendersi sensuale ai miei occhi. Voleva ottenere risposte cercando di sedurmi. Che carino. Soppesai per bene le parole che avrei dovuto riferirgli, indecisa se dirgli la verità o mentire. Il vero problema? Io non mentivo mai. «Mi ha svelato del loro legame con Isaac.»
«Cazzo!» esplose il clown, allontanandosi di nuovo, permettendomi di respirare l'aria asettica del bagno al posto del suo cioccolato. La sua maschera era caduta molto in fretta, purtroppo.
Tornò a darmi le spalle, passandosi di nuovo le mani nei capelli e immobilizzandosi in quella posizione, forse guardando davanti a sé. Percepivo la sua preoccupazione, ma non capivo perché dovesse restare un mistero: non aveva mai fatto segreto il suo odio per Isaac. Io, di certo, non mi sarei messa a dirlo a nessuno. Se me lo avesse detto subito, me ne sarei scordata in cinque minuti troppo presa dalla mia, di vita, per pensare alla sua. Eppure ora sembrava un affare di Stato e lo rendeva molto più difficile da dimenticare.
«Vuoi spiegarmi o preferisci che me lo racconti lei all'appuntamento di questa sera?» parlai, guardandomi le unghie e scuotendolo dal suo stato di trans.
STAI LEGGENDO
Heart-Shaped Box - A Laughing Jack story
ParanormalDark Romance Spin-off della dilogia "Jeff The Killer - il killer dannato e sexy" ma LEGGIBILE SEPARATAMENTE "Il suo tono di voce era di almeno un paio di ottave più basso del solito ed ero sicura che sarebbe stato veramente spaventoso per qualcuno...