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Iniziavo ad adorare il calore delle iridi di fuoco di Laughing Jack. Sapere che mi aveva guardata mentre compievo un massacro, che si fosse eccitato mentre usavo come un sex toy l'agente e che si fosse imbarazzato per la sua erezione nella doccia, aveva risvegliato in me un certo appetito di attenzioni da parte sua. Anche in quel momento sentivo il suo sguardo contro la mia schiena nuda mentre mi dirigevo verso un piccolo armadio nella zona notte. Aprii le ante e dentro vi trovai il mio mondo: indumenti di ogni tipo, neri e sexy come amavo. Hideki aveva fatto proprio un ottimo lavoro con questo rifugio, anche se lo aveva creato per far colpo su di me. Poco prima che mi infilassi in bagno mi aveva avvisata che aveva un armadio con qualche vestito per me, ma non immaginavo una riproduzione quasi fedele del trolley che mi portavo ovunque. Gli lanciai un'occhiata sorpresa, scoprendolo a fissarmi soddisfatto. Gli risposi con un sorriso compiaciuto e iniziai a scegliere qualcosa di comodo per mettermi a letto. Non avrei dormito comunque, ero troppo impegnata a decidere come liberarmi di qualche ora di Lj per incontrare la proprietaria e convincerla a darmi quel frammento di scatola. O ucciderla e prendermelo personalmente. L'unica cosa che mi serviva ricordare, era che non potevo ucciderla prima di scoprire il legame che il clown aveva con ognuno di loro. Trovai una camicia da notte in seta, lunga appena fin sotto le natiche e con le spalline molto sottili, dai tratti morbidi e stretti in vita, dandole un'atmosfera un po' vintage. Perfetta per levarmi di dosso lo sguardo di Jason e Hideki ma per attirare quello del killer in bianco e nero. Indossato il tessuto fresco e un paio di mutandine, mi arrampicai sulle coperte, sistemandomi sul letto, incrociando le mie iridi con quelle bicolore che continuavano a non abbandonare ogni mia mossa. Sicura di aver catturato la sua attenzione grazie all'imporporarsi delle sue guance, battei la mano di fianco a me, invitandolo a prendere posto al mio fianco. Vidi la realizzazione farsi strada poco a poco sul suo viso e, quando si mosse per raggiungermi, soffocai il sorriso che stava per spuntare sulle mie labbra. Il suo peso fece sprofondare di poco il materasso, stabilizzandosi quando appoggiò la schiena contro la testiera e allungò le gambe, imitando la mia posa. Ci fu un gioco di muti sguardi e incessanti silenzi, prima che mi muovessi e mi sdraiassi su un fianco, rivolta a lui. Lo vidi guardare nella direzione dei ragazzi, incerto di ciò che sarebbe successo da lì a poco. Con il movimento di un solo dito, creai di nuovo quella cupola opaca in cui l'avevo costretto a ricordare di noi, intorno al letto. Lui se ne accorse e si girò di scatto a guardarmi, un velo di preoccupazione che gli oscurava gli occhi.

«Avanti, sdraiati. Non voglio farti niente. Voglio solo impedire a quei due di avvicinarsi a me. Sono fastidiosi quando provo a concentrarmi su qualsiasi cosa che non riguardi loro. In più, vorrei che riposassi. Se quella donna ha il vero pezzo della scatola, dovrai occupartene anche tu. Devi liberarti di quello stress di cui ti parlavo.»

Laughing Jack si abbassò al mio livello, posizionando la testa sul cuscino e portando del tutto la sua attenzione a me. «Come siamo permissive stanotte. Sicura di essere veramente tu?»

Una risatina sfuggì alle mie labbra. «Se vuoi posso tornare ad essere la solita bastarda sadica. Mi viene molto più semplice che fingere che mi importi qualcosa.»

Heart-Shaped Box  -  A Laughing Jack storyDove le storie prendono vita. Scoprilo ora