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Spostai lo sguardo sulle finestre e sulle porte: entrate inutili che ora sembravano solo un abbellimento. «Intelligente. E non hai pensato a qualche difesa per non farti ferire da chi rimane dentro?»

«Se sei tu, puoi ferirmi quanto vuoi. Non ho abbastanza forza per respingerti.» La sua voce così sottile e dolce mi fece voltare verso di lui. Sembrava rassegnato alla mia presenza astiosa. Se pensava che sarei stata disposta ad essere gentile con lui, si sbagliava di grosso. Non lo sarei stata. Anche il suo nome era sulla lista di chi mi aveva tradita.

Ignorandolo, mi sistemai sul letto e misi un cuscino tra me e il killer. Lo sentii ridacchiare e girarsi su un fianco. Dopo alcuni minuti il suo leggero e regolare russare invase il silenzio della stanza. Io non riuscii a chiudere occhio. Non volevo fidarmi di lui e ogni singolo scricchiolio, rumore o sospiro era un duro colpo ai miei nervi tesi. La notte si sostituì alla sera, lasciandomi contemplare il buio come una vecchia fiamma. Avrei potuto passare la notte ad uccidere qualcuno e invece ero bloccata dove non volevo essere. Senza pensarci due volte, richiamai a me il borsone delle armi e iniziai a pulirle una ad una, lasciandomi rilassare dai movimenti. Ero abituata all'assenza di sonno: non era un mio reale bisogno. Essere nata da due killer con l'aiuto di qualche strano rito magico mi aveva resa immune a tutti i bisogni che i comuni mortali bramavano. Questo era anche il motivo per cui riuscivo ad eseguire e imparare incantesimi senza difficoltà.

L'alba arrivò in fretta mentre mi tenevo impegnata. In pochi minuti sarei dovuta partire per un viaggio che mi avrebbe portato in luoghi sconosciuti e non potevo perdere la concentrazione o il controllo. Questi due giorni nella CreepyHouse mi avevano messa addosso limiti e catene, impedendomi di essere me stessa. Non vedevo l'ora di uscire e scrollarmi tutto di dosso per tornare a vestire i panni che mi appartenevano. I gemiti di Laughing Jack attirarono la mia attenzione, vedendolo muoversi lentamente sotto le coperte, segno che si stava per svegliare. Mi stiracchiai, improvvisamente piena di energia. L'adrenalina dell'avventura iniziava a farsi sentire. Sistemai le mie armi come più desideravo e riportai di nuovo lo sguardo sul killer, trovandolo a fissarmi. Gonfiai il petto, lasciandogli piena visuale sui miei seni abbondanti, coperti dalla maglia. Lj deglutì, umettandosi le labbra con la lingua.

«Ti piace ciò che vedi?» mormorai con voce bassa e roca dopo una notte di silenzio. Un sorrisetto fiorì sul mio volto al suo disagio. La miglior voce sexy che potessi fare era andata sprecata per un clown che spostò lo sguardo sulle mie armi, al pronunciare quelle parole.

«Sei pronta per partire, vedo.» ignorò la mia provocazione.

Chiusi la zip del borsone e mi alzai lentamente. «Non esattamente, non ancora. Ho bisogno di una doccia per togliermi tutta questa polvere di dosso. Ti unisci a me?»

Laughing Jack scosse la testa, scendendo dal letto, con un sorriso sul volto. Più paterno che interessato. Che schifo... «Andrò dopo di te. Puoi usare il bagno tranquillamente: anche quello è sotto la mia protezione, ora che non lo usa più nessuno oltre a me.»

Heart-Shaped Box  -  A Laughing Jack storyDove le storie prendono vita. Scoprilo ora