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Comparii di fianco a Laughing Jack ancor prima che la ruota riprendesse a muoversi dal suo piccolo stop per far salire una nuova coppia.

«Dove sei stata?!» domandò, prendendomi per le spalle. Lo sguardo terrorizzato.

Io avrò anche sempre creduto in lui, ma lui non si fidava nemmeno di una scappatina di cinque secondi netti... Scelta più che saggia, in realtà. «Sono stata in bagno. Il discorso iniziava a darmi il voltastomaco per la dolcezza. Credo mi siano venute due carie: i denti del giudizio non perdonano proprio. Ma... non indovinerai mai chi ho incontrato.»

«Dimmi che non l'hai uccisa. Ti prego.» Lo sgomento sul suo viso mi fece ridere.

«Come avrei potuto in cinque secondi? Sai che mi piace prendermi il tempo per godermi le loro urla.» gli ricordai, anche se avevo ucciso il ragazzo dello zucchero filato per molto meno, solo qualche minuto prima. Oops.

Lj sospirò e mi lasciò andare, stringendo di nuovo la mia mano. Con entrambe le sue, stavolta, come se avesse paura di perdermi. Annuì, rivolgendo gli occhi e il volto al cielo. «Non devi avvicinarti a quelle persone. Quelle da cui sono andato per sparpagliare i pezzi della scatola.»

«Sai che non sono brava a seguire le imposizioni.» mormorai, prima di teletrasportare entrambi in una zona desolata poco lontano dal luna-park.

Il killer si guardò intorno, spaesato, finché il suo sguardo non cadde sul corpo della giovane. Dal volto del ragazzo scomparì qualsiasi espressione, capendo che cos'era successo: avevo colpito Ruth abbastanza forte da farla svenire per qualche minuto. Giusto il tempo di recuperare Laughing Jack e tornare indietro, niente di particolarmente preoccupante. Il posto deserto non avrebbe permesso a nessuno dei due di nascondersi, rendendomi obbligatoriamente partecipe dei loro discorsi. Se dovevo aiutare il mio dolce zietto a recuperare i suoi colori, dovevo anche sapere tutto il resto. Tutto quello che provava a nascondermi.

«Kendra...» mormorò il clown, gli occhi ancora puntati sul corpo semi immobile della giovane.

Mi portai avanti di qualche passo, frapponendomi tra i miei due ospiti. «Appena si sveglia, inizierò a fare domande. Ti conviene metterti comodo perché non ti permetterò di portarla via da qui, né che tu la zittisca. Siamo d'accordo?»

«Non puoi. Non devi.»

Sorrisi maliziosa e abbassai la voce, piegandomi di poco verso di lui, come se dovessi svelargli il più grande segreto del mondo. «Io posso e voglio. Preparati perché la nostra bella addormentata sta per svegliarsi.»

Senza nemmeno programmarlo, Ruth si iniziò a lamentare nell'esatto istante in cui finii di parlare, alzandosi e guardandosi intorno stordita. Quando i suoi occhi si posarono su di noi, provò a metterci a fuoco. Io mi avvicinai a lei e mi accovacciai al suo fianco, guardandola curiosa. Non mi assomigliava e nemmeno le movenze erano simili alle mie, quindi a Lj non interessavo io quando aveva disperso la sua scatola come le ceneri di un morto. Cosa la rendeva così speciale da volermici tenere lontana, allora?

Heart-Shaped Box  -  A Laughing Jack storyDove le storie prendono vita. Scoprilo ora