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Liu ed Alice si lanciarono quasi letteralmente addosso alla figlia, non appena la videro fuori dalla porta della CreepyHouse. Avevo ascoltato Lj, per una volta, così avevamo deciso di comparire fuori dalla casa per annunciare in modo quasi pacifico la nostra presenza. Slender ci diede subito il suo caldo benvenuto. Talmente caldo che stavo per impugnare uno dei miei coltelli per la poca pazienza che possedevo con lui. Ovviamente, il clown mi aveva fermata, prendendomi per i polsi e tirandomi a sé, restando di profilo al palo della luce senza faccia. Sospirai e cercai di calmarmi, ma le stridule urla della madre della biondina, mi fecero puntare gli occhi in quelli azzurrini di LaughingJack, in un tacito "tienimi o la sgozzo". Parve essere ben dichiarato, perché la sua presa si strinse e mi abbracciò, portando i miei polsi dietro la schiena, impedendomi movimenti troppo istintivi.

«Siamo stati in una casa che è esplosa! È stato divertentissimo!» raccontò mia nipote.

Maledetta bambina! Le iridi chiare dei suoi genitori puntarono subito la mia figura. Se avessero potuto affettarmi in questo modo, lo avrebbero fatto senza problemi.

Ricambiai il loro sguardo affilato, tirando di poco indietro la testa. «Smettetela. È ancora viva e non ha nemmeno un graffio. È più pericolosa lei di una bomba. Chiedetelo a Jason.»

Okay, questo non avrei dovuto dirlo io... Va beh. «Hai lasciato nostra figlia con quello psicopatico?»

«Prima di tutto, non è uno psicopatico: le emozioni le prova tutte. È solo sadico. Secondo, vostra figlia lo ha relegato in un angolino a piangere. Quando mi ha vista, mi ha implorata di non lasciarlo più solo con lei.» spiegai, segnando con le dita i punti che spiegavo, anche se ancora scomode vicine ai reni.

Mio fratello e la sua compagna si scambiarono uno sguardo, prima di guardare in contemporanea la figlioletta, che annuiva divertita. Non avevo capito esattamente cos'era successo, ma a quanto pare Mirari era fonte di panico per Jason. Di certo non lo avrei più lasciato solo con lei. Nemmeno per la meravigliosa scopata che mi ero fatta. Maledizione, badare al creatore di giocattoli stava diventando come badare ad un figlio. E io non avevo uno spiccato "istinto materno", come avrebbero detto i due di fronte a me.

Mi divincolai dalla presa del clown, silenzioso come al solito, se non fosse per un ghigno divertito a piegargli le labbra. Mi tenne sotto controllo, attento ad ogni mio movimento. Era già pronto per intervenire nel caso dovesse sedare qualche rissa tra me e il sangue del mio sangue. Non successe niente, ovviamente, solo perché gli scenari nella mia mente erano mille volte più interessanti della realtà che mi circondava. Almeno nella mia mente potevo squartarli senza ripercussioni.

Ci vollero un paio di secondi prima che Lj mi riportasse al presente, ma ci volle ancora meno a salutare i presenti per lasciarli ai loro chiarimenti. Noi ci teletrasportammo nella camera del clown, pronti per darci da fare per il nostro solito momento intimo di tortura. Volevo vederlo di nuovo in preda al dolore, mentre mi guardava con quel luccichio nelle iridi. Seguii i suoi movimenti con attenzione, mentre si arrampicava sul materasso e si stendeva sopra le coperte. Era in attesa. Attendeva me e io non gli avrei privato la mia presenza. Mi portai su di lui, con le mie ginocchia a sfiorargli le anche. Feci comparire il pezzo che avevamo trovato nella casa e, come le prime volte, glielo posai sul petto. Lentamente lo spostai verso i suoi arti, senza trovare la giusta corrispondenza. Forse, questa volta, andava a combaciare in qualche altra parte del suo corpo. In un silenzio carico di dolce tensione, appoggiai di nuovo il legno sul suo petto per poi spostarlo verso di me. Il suo addome non sfrigolava. Ritornai a muoverlo verso l'alto e ad un tratto la pelle delle clavicole iniziò ad arrossarsi. Lo spinsi ancora un po' più su, fino a raggiungere il collo, che cominciò ad emettere quel suono che accompagnava l'inizio del rito.

Heart-Shaped Box  -  A Laughing Jack storyDove le storie prendono vita. Scoprilo ora