44 - Epilogo

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«Vuoi davvero farmi credere che non vuoi questo? Vuoi davvero mentire? A me?!» Il suo tono si alzò sempre di più, fino a quasi essere un grido.

Lj si staccò da me. Arretrò di un paio di passi e con il gesto di una mano, strinse i serpenti attorno a tutti. Sentivo gli implori soffocati di Liu, ancora ammutolito dalla gelatina. Voleva salvare la sua Alice. Povera indifesa umana. Non mi sarebbe importato se fosse morta. Non davvero. L'avevo provato a fare anche io. Più di una volta. Ma che rottura dovermi sorbire le lamentele e lo scarico della colpa, se non avessi anche solo provato a fermare il mio clown. Su di lui non avrebbero alzato un dito. Avrebbero pensato che fossi stata io a fargli perdere il controllo, ma, wow... quanto era eccitante nella sua versione da cattivo della storia. L'unico problema era che io non ne avevo bisogno. Ero in grado di poter badare a me stessa e tutta questa scenetta era a dir poco patetica. Si notava che erano anni che non metteva in pratica qualche sana tortura. Maledizione, nemmeno il terrore psicologico era abbastanza. Avrebbe dovuto continuare a prendersela con Mirari per fare del male a tutti, nello stesso momento, fino a far piangere loro sangue implorando per la sua breve vita. Ora dovevo solo farlo ragionare. Non mi ero sacrificata per fargli mandare tutto a puttane. Ma che cazzo!

Su una cosa, però, Jack aveva ragione. Non mentivo. Mai. Non a lui. «Lo voglio. Li voglio vedere strisciare nel proprio sangue fino a sentirli supplicare di essere uccisi. Ma non ne ricaverei niente. Tutto quello che faccio, lo faccio per uno scopo. Dovermi fare altri otto anni con il loro fiato sul collo, non rientra tra i miei piani.»

«Nemmeno se hanno mentito per tutto questo tempo?» catturò la mia attenzione.

Dannazione, amavo il gossip. Soprattutto quando imprimeva la paura a chiunque fosse presente. Katherine gli urlò di stare zitto e il suo serpente si avvinghiò intorno alla sua testa per tapparle la bocca. «Cosa vuoi dire con mentire? Sono parecchio sicura che non mi hanno mai riservato un trattamento di favore. Nemmeno il mio stesso fratello mi direbbe la verità, se non fosse sotto incantesimo.»

«Loro non ti volevano killer per un motivo ben preciso e avrebbero lasciato che io morissi, piuttosto di rivelartelo.» Questa volta fu Jeff a interromperlo. Mio padre subì lo stesso trattamento di mia madre.

Ma non mi toccò. Erano le parole che erano scappate dalle labbra d'oro di Lj a frullarmi per la mente. Che mi avessero nascosto qualcosa, non mi sorprendeva. Erano sempre stati troppo spaventati nei miei confronti. Troppo per una semplice amputazione. Era la parte del lasciarlo  morire per una cosa così stupida che mi innervosiva abbastanza. Quando anche Slender venne preso a schiaffi dalla coda dell'animale sotto-forma di caramella, decisi di aprire bocca.

«Avrebbero lasciato che tu... morissi?»

Il ghigno che spuntò sulle labbra del clown gli illuminò il viso. «Ora ti interessa, non è così? Hanno ritenuto che potessi essere un effetto collaterale.»

Heart-Shaped Box  -  A Laughing Jack storyDove le storie prendono vita. Scoprilo ora