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I primi raggi di sole inondarono la camera, rendendola luminosa

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I primi raggi di sole inondarono la camera, rendendola luminosa. Le palpebre pallide di Laughing Jack fremettero per colpa del chiarore. Lo guardai svegliarsi gradualmente dalla sedia alla sua scrivania. In equilibrio sulle due gambe di legno posteriori, mi dondolavo avanti e indietro, senza spostare mai l'attenzione dalla sua figura. Le coperte si mossero nel girarsi dalla mia parte. Mi cercava, fino ad inchiodarmi con quelle iridi cristalline, assicurandosi della mia effettiva presenza. Nel silenzio della mattina, il suo sorriso produsse uno dei rumori che temevo di più: il battito accelerato del mio cuore.

«Buongiorno.» salutò, con la voce impastata dal sonno e quel suo solito tono caldo.

Abbozzai un lieve sorriso. Giusto il tirare un angolo delle labbra, con la mente ancora intasata degli eventi di quella notte. «Non si dice a chi non dorme.»

Il suo sorriso si ampliò, mostrandomi le file dei denti. «Tu bari. Non è giusto.»

«Vuoi restare lì a lamemtarti ancora a lungo, o preferisci alzarti e andare a recuperare i pezzi della scatola?»

Sbuffò divertito dal mio ignorarlo. Si sedette sul materasso e si tirò le braccia oltre la testa, facendo guizzare i muscoli sotto la pelle. I suoi gemiti dati dallo sforzo mi fecero attorcigliare le membra del basso ventre, costringendomi a spostare lo sguardo sui vetri della finestra e leccarmi le labbra. Dai fruscii che giunsero ai miei timpani, capii che si stava alzando. Con un sospiro e il mio insolito silenzio di fronte ad un essere vivente mezzo nudo, tornai a piantare le pupille in sua direzione. Errore enorme. Madornale. Con l'ultimo rito, aveva ripreso buona parte della sua fisicità precedente e si notava. Moltp bene. Non era muscoloso, presentava un fisico longilineo, ma le curve appena accennate dei muscoli gli stavano divinamente.

Come se percepisse il mio sguardo sulla sua pelle nuda, mi passò di fianco con le labbra piegate in un'espressione divertita, andandosi a chiudere in bagno. Con il tonfo della porta, mi sembrò di tornare a respirare normalmente. La sua essenza continuò volteggiarmi intorno come una farfalla. Inspirai a fondo, prendendomi un'altra parte di lui. Di nuovo. Lo scrosciare della doccia mi permise di alzarmi e uscire dalla stanza. Percorsi il corridoio fino a scendere, gradino dopo gradino, le scale. A metà della gradinata, cominciai a sentire i rumori della casa abitata. Mi fermai poco prima di entrare nel salotto, vedendo le ultime persone che mi sarei aspettata di incontrare svegli così presto. I miei genitori dovevano essersi accorti del mio sguardo di fuoco, dato che si girarono entrambi nello stesso momento. Li ignorai e svoltai per andare in cucina: avevo sete e sicuramente ne aveva anche Lj. Dovevo recuperare qualcosa per reidratarci, prima di partire per una nuova avventura. Probabilmente non erano in gran forma: sentivo i loro "leggeri" passi che mi seguivano in tonfi ritmici. Appena superata la soglia della cucina, trovai anche Slender, commissionando uno sbuffo infastidito alle mie labbra. Borbottai un buongiorno e mi fiondai al frigorifero. Per me, c'era già fin troppa gente con cui interagire. Gente che non sopportavo, precisamente. La compagnia di Hideki e Jason era più che benvenuta, al mio risveglio. Loro sì che sapevano come farmi svegliare con il sorriso. Spesso soddisfatto e stremato, ma pur sempre un sorriso.

Heart-Shaped Box  -  A Laughing Jack storyDove le storie prendono vita. Scoprilo ora