2 Una gonna troppo corta

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Arrivati al bar scendiamo dall'auto e l'assenza delle mie mutande mi disturba.

"giuro che ti farò pentire di avermi strappato le mutande, ho su una gonna di pelle ed è piuttosto fastidiosa come sensazione" gli do una spinta perché lui scoppia in una fragorosa risata.

Entriamo da Nonna Jo, il tutto è rimasto immutato, e da quello che mi dice papà era così anche quando lui ha fatto l'addestramento.

È piuttosto vuoto, me lo aspettavo stracolmo di gente. Vedo un paio di facce che conosco ma nessun segno di Dumbo.

"ma guardate chi c'è qui!" una bionda con un seno prosperoso accentuati dalla canottiera che indossa esce da dietro il bancone per correre ad abbracciare il mio amico. Chi è questa?

Li supero e mi siedo ad uno degli sgabelli vuoti, mi appoggio alla superfice di legno appiccicosa e faccio cenno al barista, mai visto prima.

Sono mancata da casa per troppo tempo.

Cinque anni nei Marines, tre di questi passati in missione, una dietro l'altra per non pensare a lui. Al contempo per sentirlo vicino.

"ciao bambola, cosa ti porto?" osservo il ragazzo che deve avere più o meno la mia età.

"fammi un old fashion" ignoro il nomignolo disgustoso affibbiatomi e mi volto verso la sala dando le spalle al ragazzo.

Noto un tavolo interessante alla sinistra dell'ingresso, ho appena scoperto chi è il proprietario di quella dannata moto che sfreccia per le strade della base. È un uomo sulla trentina, con i capelli neri come la pece e il sorriso da bastardo. Ha le piastrine al collo e sta tracannando un bicchierino dal liquido ambrato. La mano che tiene il bicchiere è tatuata, c'è un teschio che sorride in modo inquietante. Mentre sul collo è presente una cicatrice rossa e spessa, immagino che giri attorno ad esso come se avessero tentato di tagliargli la gola. Probabilmente è proprio quello che è successo.

Sento appoggiare il bicchiere del mio drink dietro di me ma lo ignoro ipnotizzata dal fisico del motociclista spericolato.

Una maglietta nera gli fascia perfettamente i suoi pettorali, sembra al limite come se potesse strapparsi da un momento all'altro, mentre dei calzoni cargo verde gli fasciano le gambe possenti e ai piedi porta gli anfibi.

Atena è un Seal, evita.

Regola numero uno mai un Seal.

Mio volto e afferro il bicchiere con il mio nettare peccaminoso contenuto in esso. Faccio un profondo sorso per riassorbire liquidi e per distrarmi dalla presenza di quell'uomo.

"quindi inizi l'addestramento lunedì" Dumbo si è appena seduto al mio fianco appoggiandomi il braccio sulle spalle, merda manco me ne sono accorta. Riflessi dove siete finiti?

"a quanto pare il mio destino è segnato" un sorriso amaro compare sulle mie labbra.

"ho visto che anche il tuo amichetto è qui" fa un cenno nella direzione di Roth mentre sfoggia il suo sorriso da rubacuori.

"sì, anche lui inizia lunedì" sospiro sapendo che lo fa solo per me.

"come sempre inseparabili" sogghigna

"a proposito, sai chi sono gli istruttori?" lui mi fa cenno di voltarmi.

"si, sono loro tre" e indica il tavolo dove è presente lo sconosciuto. "Damon Stan, istruttore capo" e indica proprio lui, cazzo. "poi ci sono Ade Caruso, e Harry Leto" indica gli altri due che sono con lui, stanno chiacchierando in modo amichevole ma si vede che Damon è l'alpha della combriccola.

"Non li ho mai visti quando stavo qui, cosa sai dirmi su di loro?" devo studiare il mio nemico.

"ben poco, so che sono cazzuti e che questo sarà la loro prima volta come istruttori, Damon è stato bloccato in base dopo l'ultima missione, ma come tutte le missioni sono secretate" mentre parliamo il soggetto della nostra conversazione si gira verso di me e mi fissa intensamente, scrutando il mio corpo. Parte dalle gambe nude fino a soffermarsi all'altezza del mio bacino, un sorriso malizioso gli compare sul viso, poi riprende a studiarmi fino a incastrare i suoi occhi neri nei miei. Ha il viso spigoloso e virile, i capelli neri sono tagliati sul corto ma un po' lunghi per gli standard della base, difatti un ciuffo ribelle, sfuggito dal gel gli ricade sulla fronte arrivando al sopracciglio.

Un destino di famigliaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora