7 Dove...?

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Il suono del mare in tempesta sopraggiunge alle mie orecchie insieme alla pioggia scrosciante, oltre a quello c'è il silenzio più totale.

Il mal di testa mi coglie appena apro gli occhi, un soffitto di legno scuro estraneo mi stranisce,

così come le pale di un ventilatore appese ad esso.

Mi alzo velocemente, mettendomi a sedere su un divano di pelle rosso con delle impunture. Delle pareti bianche mi circondano, una di esse è composta da una mega porta-finestre, che dà sulla spiaggia. Ci sono delle tavole da surf appoggiate ad essa.

Mi alzo lentamente e mi accorgo di non indossare più i miei vestiti, anzi non indosso nulla. C'è un lenzuolo nero di seta a coprirmi.

Maledetta io e il mio nudismo alcolico.

Con chi sono rientrata? Magari il barista? Non mi ricordo nulla dopo il margarita. Non sento nessun dolore preciso, potrei aver scopato come no. Se ci penso con tutto l'addestramento a cui mi sono dovuta sottoporre non riesco a identificare una zona del mio corpo dove non mi faccia male.

Inizio a gironzolare per casa. Non è molto grossa, anzi per nulla. È composta da due stanze. E una di quelle è il bagno l'atra contiene sia zona notte che zona giorno.

Il divano è appoggiato ai piedi del letto matrimoniale e davanti alla portafinestra c'è la cucina minuscola con un tavolino per due persone.

Noto sulla parete delle fotografie e quando mi accorgo del soggetto di esse mi porto la mano alla bocca.

Damon è presente in tutte.

Nella maggior parte è in missione con qualche suo commilitone, in altre è con un ragazzo uguale e identico a lui ma con degli occhi azzurri e i capelli biondissimi, Sembrano quasi bianchi. Un angelo e un demone nella stessa foto.

Mi dirigo verso la spiaggia. Il mare in tempesta mi affascina. Non ho l'impulso di coprirmi né di scappare via, sono nella casa del mio istruttore capo; eppure, mi sembra di essere in casa mia. Torno sui miei passi e decido di farmi una doccia. Magari sono ancora ubriaca e non me ne sto rendendo conto. Molto probabile, sia per il quantitativo di alcol sia per la mia noncuranza dell'essere nuda a casa dell'ultima persona da cui dovrei essere. Nuda mi ha già vista quindi non mi preoccupa la cosa. È una situazione diversa, lui non mi è piombato nelle docce ma io sono in casa sua.

Mi volto per andare verso il bagno e vedo dei preservativi sul letto. Cazzo. No. Cazzo.

Atena Bell sei nella merda fino al collo.

Afferro la scatola e noto che sono quelli XL. Un rossore si impossessa del mio volto.

Mi ricorderei di aver scopato con lui. Vorrei ricordarmelo. Sogno le sue mani su di me da un mese. Quando non sogno Mark. Quando non ho gli incubi. Quando non mi sveglio senza fiato. Quindi ho accettato bene i sogni erotici con Damon piuttosto che gli orribili ricordi di quel giorno.

Ho sospeso le sedute dallo psicologo nel momento in cui mi hanno reintegrata nel corpo dei Marines, e qui ho superato i test benissimo. Il problema sono le due aggressioni che ho avuto. Non so come io faccia a essere ancora qui dentro, sicuramente c'è lo zampino di mio padre e di mio zio.

Sono nel bagno, è tutto in legno chiaro, e la doccia è chiusa da due ante a vetro. Mi butto sotto uno dei due sifoni, ne esce acqua ghiacciata, per riprendere coscienza di me stessa e di dove mi trovo.

Scoppio a ridere pensando che prima di arruolarmi mi vergognavo di girare con le gambe scoperte mentre ora non ho problemi a farmi vedere mentre piscio accovacciata tra i boschi da un branco di uomini. Come cambia la vita. La me sedicenne ora mi guarderebbe senza riconoscermi. Credevo nell'amore eterno, leggevo romanzi sdolcinati ed ero ossessionata da Twilight.

Un destino di famigliaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora