19 San Diego

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Quando sono arrivata alla base ci siamo addestrati, abbiamo studiato il piano per la partenza verso la Cambogia e poi sono stata scortata in macchina. James e gli altri della mia squadra non erano contenti della situazione. E come dargli torto, quando siamo in base la situazione è tesa ma quando siamo al difuori peggiora.

Loro non sanno ancora cosa sta succedendo ma li dovrò avvisare. Non posso tenerli all'oscuro. Da domani abbiamo tre giorni liberi prima della partenza e dovrò approfittarne per fuggire dall'appartamento e incontrarli. Sono stata addestrata per diventare un fantasma. Finché non sarò in Cambogia starò con i miei uomini ma se la situazione dovesse diventare pericolosa diventerò un ombra. Non mi posso permettere che qualcuno muoia a causa mia.

Ora mi ritrovo di nuovo in macchina con Damon, sono seduta dietro con Ryan mentre davanti c'è Ade per far compagnia al suo collega. Non siamo sul suo pick-up perché potrebbe essere sotto osservazione quindi abbiamo preso la Camaro di Caruso.

I Rolling Stone suonano nell'abitacolo e mi tengono compagnia visto che i tre uomini parlano di donne, dovrei esserci abituata ma sentire Damon parlare delle sue conquiste non mi fa molto piacere.

Sono una stupida.

Stiamo lasciando Coronado per raggiungere la cosiddetta casa sicura, mi fido? No, come potrei dopo che ho scoperto che anche loro facevano irruzione in casa mia. In più mi reputo una deficiente perché non mi sono accorta che qualcuno entrava regolarmente a controllare o a spiarmi. Vorrei picchiarmi.

Una mano mi afferra la caviglia e inizia a massaggiarmela, lui, ha appena allungato il braccio dietro per avere un contatto con me, non lo capisco. Tolgo la gamba dalla sua presa in modo violento, e appena non c'è più il suo tocco sento la mancanza del contatto con lui. Maledetta me e le mie pulsioni verso di lui. Non capsico come faccia ad essere così tanto radicato in me. Vorrei giocare con il cellulare ma, non ce l'ho più.

Fanculo.

Inizio a muovere la gamba nervosamente per togliermi la sensazione delle dita di Lucifero da essa. Mi distrae. Sta diventando un problema.

Ryan mi pianta una mano sulla gamba per fermarla, le vene del suo avambraccio sono gonfie e allettante. Atena no, non fare certi pensieri.

Non è colpa mia se sono circondata da manzi, mi si può dar torto? Chi non farebbe pensieri scabrosi in loro presenza? Sono umana anche io.

"scusa" dico a Ryan mentre fermo il mio tremolio.

"siamo arrivati" Ade mi indica un palazzo, siamo nel quartiere del college, è in mattoni a vista con delle grosse finestre. Da cecchino so che è un posto pessimo. Dai chiunque potrebbe guardare dentro!

"state scherzando vero?" chiedo dubbiosa "volete che mi facciano fuori prima che partiamo per la missione?"

"non hai ancora visto l'appartamento" Damon mi zittisce così "prendi la tua roba, tira su il cappuccio e seguimi"

Lui scende dall'auto e fa la medesima cosa. Tutti e quattro indossiamo dei jeans neri e una felpa del medesimo colore. È quasi notte quindi, anche se diamo nell'occhio, i nostri visi non si dovrebbero vedere.

Afferro lo zaino che mi sono portata dietro, contiene più armi che vestiti. Di quelli se ne occuperanno i ragazzi domani.

Scendo silenziosa tenendo la testa bassa, alla mia destra c'è un bar dove fuori ci sono parcheggiate numerose moto e auto da corsa, mentre alla sinistra vedo una fantastica pasticceria. Difficilmente entrambe le attività avranno delle telecamere. No telecamere, nessun hacker che mi segue.

Entriamo e invece di salire le scale che ci troviamo davanti, svoltiamo verso destra. Lì c'è un uomo sull'ottantina che ci fa cenno con la testa e sblocca una porta rossa con su la scritta "cantine".

Un destino di famigliaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora