Mi sveglio con il rumore di qualcosa che cade. Anzi, di qualcosa che viene trascinata.
Mi alzo dal letto assonnata ed apro un po' la porta per vedere quello che sta succedendo. Al piano di sopra Orfeo sta trascinando un grosso baule nella sua camera. Dietro di lui c'è Delia che gli sorride e ha una mano attorno al suo bicipite.
Orfeo sembra avere un'aria felice nonostante lo sforzo. Delle ancelle chiacchierano osservando la scena. Due di loro sembrano divertiti, l'altra guarda Orfeo con fastidio. Ha la pelle più scura delle altre due, olivastra, dei bellissimi occhi verdi e una spolverata di lentiggini sul volto.
Lancio un altro sguardo alla coppia felice, e noto che non ci sono più.
Richiudo la porta senza far rumore e mi vesto, imitando l'acconciatura della sera prima.
Non sarebbe dovuta arrivare di pomeriggio? È già passata l'ora di pranzo?
Controllo cosa ha da dire il mio stomaco e sembra calmo, ancora pieno dalla sera prima. No, dev'essere ancora mattina.
Quando esco dalla stanza Orfeo e Delia stanno chiacchierando attorno ad una statua dal volto anonimo e dalle lunghe braccia strette attorno al petto. Sembra sofferente. Forse è proprio mio quel volto.
Ho il sole negli occhi e spero che nessuno faccia troppo caso alla loro differenza di colore. Ho paura che qualcuno qui mi dia seriamente della strega.
Sono indecisa se raggiungere i due ragazzi o fare un giro nel palazzo, esplorarlo un po', e magari vedere se hanno una libreria in cui posso nascondermi.
"Emma!"
È la voce di Delia, molto più gentile dell'ultima volta in cui abbiamo parlato. Davvero troppo gentile. Così gentile da suonare finta.
Mi volto verso di lei e provo a sorridere come mi ha detto di fare Orfeo la sera prima.
"Delia, sei arrivata" dico con un po' di stupore nella voce.
Mi avvicino a Delia e prendo le sue mani che mi porge in segno di saluto.
Che le è successo?
Anche Orfeo sembra felice. Sono l'esatto quadretto del principe e della principessa delle favole Disney, in cui non c'è posto per la cugina di turno.
"Ho insistito per arrivare il più infretta possibile. Abbiamo persino perso un cavallo per la strada! Solo perché non ha 'bevuto abbastanza', come ha detto il cocchiere. La verità è che non era un buon cavallo. I cavalli sono fatti per trasportarci, no? Se non ne sono in grado, è giusto che muoiano."
Sto per tirarle uno schiaffo ma mi trattengo, afferrandomi saldamente il polso per evitare che scappi e vada dritto sulla sua guancia.
Non abbassarti al suo livello, mi ripeto mantenendo la calma e il sorriso sulle labbra, come dandole ragione.
"Orfeo mi stava giusto raccontando di come dei briganti vi abbiano rapinato. Mi dispiace molto, ma sono sicura che non avevi nulla di valore con te e la valigia del mio sposo era al sicuro con me" aggiunge accarezzando il viso di Orfeo come in venerazione.
Wow, una settimana fa non mi era sembrata così affettuosa. Sarà l'eccitazione per il matrimonio.
"Ci siamo presi un bello spavento" commento a disagio guardandomi attorno. Noto l'ancella di prima sparire dietro una porta. Anche Delia lo nota, e per un secondo rimane con la mano sospesa sulla guancia di Orfeo, ma poi si risveglia e continua a coccolarlo come se fosse un cane.
Orfeo, che per tutto il tempo non ha detto una parola, esordisce con un: "Hai del sangue sulla fronte."
Scansa la mano di Delia con gentilezza, e la ragazza non sembra esserne dispiaciuta.
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Perdersi un giorno d'autunno
Historical Fiction🏆WATTYS 2022 WINNER🏆 NARRATIVA STORICA 🌋 Siete in cerca di un retelling del mito di Orfeo ed Euridice sulle note di "Pompei" dei Bastille, uno slow burn che vi terrà con il fiato sospeso fino alla fine, in cui il lettore è chiamato a decidere sul...