Versione 2 - 1° giorno di viaggio

42 2 0
                                    

Mi sveglio con un groppo in gola.

Non lascerò che Orfeo sia la causa della caduta dell'impero.

Un ragazzo mosso dall'odio e dalla vendetta non sarà mai un buon imperatore.

Sono queste le conclusioni a cui sono giunta dopo aver passato la notte insonne a rimuginarci su, immaginando tutto ciò che potrebbe succedere se io non impedissi questo possibile disastro.

Sono convinta di esser stata mandata qui per fermarlo, come in quei film che si ripetono finché il protagonista non riesce nella sua impresa. Come in quel romanzo di Stephen King in cui il protagonista deve impedire l'omicidio di Kennedy. Spero solo che la fine non sia così terribile se ci riuscirò.

Mi tremano le gambe mentre scendo le scale. La sala è in penombra e dei raggi di sole allungano le ombre smisuratamente, come se il pavimento fosse tappezzato di fantasmi.

Trovo Orfeo ad aspettarmi fuori dalla locanda.

Ho deciso che mi comporterò come ho sempre fatto in questi giorni, con la piccola differenza che farò di tutto pur di sabotare il suo piano. Che il gioco abbia inizio.

"Sei pronta per partire?" mi chiede Orfeo un tantino accigliato notando che non ho bagagli con me. Non me la sono sentita di portare con me tutti i vestiti che mi ha gentilmente prestato Livia. Non sono miei e, probabilmente, serviranno più a qualcun altro che a me. Ne ho preso solo uno, quello che mi fece indossare il primo giorno di lavoro. Voglio conservarne il ricordo. Inoltre è molto comodo.

"Sì. Sono pronta" affermo incrociando le braccia al petto. "In che direzione andiamo?"

"Di qua" risponde iniziando a camminare nella direzione opposta rispetto a quella che porta alla piazza.

Sarà un lungo viaggio.


"Sei sicuro che questa sia la strada giusta?" gli chiedo fermandomi nel bel mezzo della strada. Sono sfinita dopo ore di cammino. Letteralmente e profondamente sfinita. Sono molto tentata di sedermi per terra ma riesco a sentire il calore delle pietre su cui camminiamo attraverso i sandali.

"Certo. L'ho percorsa più di una volta" risponde con uno sguardo che non accetta critiche sul suo senso dell'orientamento. Ed è proprio quello che devo mettere in dubbio. Fargliene dubitare così tanto da sbagliare strada e rovinare i suoi piani.
"A me non sembra" ribatto sfidandolo.

Lo vedo assottigliare gli occhi fino a formare due piccole fessure.

"Fidati di me. Non sbaglio mai" afferma riprendendo il cammino. Con qualche lungo passo gli blocco la strada con il mio corpo.

"Sei sicuro di aver un buon senso dell'orientamento?"

"Sicurissimo." Incrocia le braccia al petto, curioso di dove voglia andare a parare.

"Allora non sarà un problema per te trovare una scorciatoia, no? Insomma, non sbagli mai."

Sembra cogliere la sfida. Si guarda intorno con la schiena dritta di chi sa cosa fa e il sorriso di chi vuole aver ragione.

"Potrebbe esserci una scorciatoia. Sei sicura di volerti sporcare il vestito? Non ne hai altri" ribatte facendo scorrere lo sguardo sul mio corpo.

"Ottima osservazione. Vorrà dire che dormirò nuda" rispondo a testa alta.

Mi aspettavo che questa battuta ne avrebbe scaturita un'altra maliziosa, invece è l'opposto. Di colpo si fa serio e il sorriso scompare dalle sue labbra.

"Va bene allora. Da questa parte."

Usciamo dalla strada principale e ci immergiamo nell'erba incolta, tra alberi alti dalle foglie rossastre. D'altronde è arrivato l'autunno.

Perdersi un giorno d'autunnoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora