Versione 2 - 3° giorno di viaggio

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"Emma, Emma" sento sussurrare ripetutamente il mio nome.
Apro gli occhi accorgendomi di quelli spalancati di Orfeo. Poi sento dei rumori. Rumori che speravo non sentire in un bosco nel cuore della notte. Voci e nitrii di cavalli, rami calpestati e la luce delle fiaccole in lontananza spingono il mio cuore a battere sempre più velocemente. Mi guardo intorno e noto che i nostri cavalli sono stesi a terra. Sembrano dormire e non sono più legati all'albero. Il loro petto si alza e riabbassa regolarmente e ciò mi solleva.

Orfeo mi prende per mano facendomi alzare. "Dobbiamo arrampicarci sull'albero" dichiara al mio orecchio a voce bassa.

Annuisco e afferro il ramo più basso per iniziare la salita. Non sono mai salita su un albero, ma in questo caso l'istinto di sopravvivenza ha la meglio. Quando abbasso lo sguardo vedo Orfeo arrampicarsi e le sue mani aiutarmi a raggiungere i rami più alti. Scorgo anche la luce della luna riflettersi su un oggetto di metallo che ha in vita. Un pugnale. Non sapevo ne avesse portato uno, ma sono grata che lo abbia fatto. Spero non debba usarlo.

Ho il respiro affannato quando arriviamo in cima, tanto in cima che mi gira la testa guardando il terreno lontano almeno dieci metri. Siamo nascosti tra le foglie, le poche marroni ancora rimaste.

"Andrà tutto bene" sussurra Orfeo tenendomi saldamente contro il suo fianco, così vicina da sentire il calore del suo corpo proteggermi dal freddo della notte. E non può sapere se andrà tutto bene, non può sapere se questo ramo reggerà il nostro peso o cadrà al suolo portandoci con sé alla mercé di questi uomini che trasportano fiaccole infuocate. Tengo gli occhi chiusi, pregando che i cavalli non si sveglino.

Gli uomini si fanno sempre più vicini, al punto da sentire le loro voci da quassù. Non riesco a capire cosa dicono, mi arrivano solo parole confuse. Forse è il panico che non fa che confonderle sempre di più.

"Briganti" mormora Orfeo proprio quando il suo cavallo si alza ed emette un nitrito, attirando la loro attenzione.

Un uomo si allontana dal gruppo e si avvicina ai cavalli. Anche il mio cavallo si è svegliato e non è affatto silenzioso. No, no, no.

Orfeo mi tappa la bocca con la mano per evitare che emetta alcun rumore che possa farci scoprire. Mi giro a guardarlo e leggo nei suoi occhi la mia stessa terrificante paura.

Il brigante è ad un passo dai nostri cavalli quando questi iniziano a correre nella direzione opposta a quella della banda. Non hanno mai corso così velocemente ieri, penso con un sorriso. Forse siamo davvero pesanti per averli rallentati così tanto, o forse hanno percepito il pericolo e vogliono allontanarsi il più possibile

Tutta la banda di briganti si gira a guardarli scomparire tra gli alberi con il rumore dei loro zoccoli che riempie la notte. Uno di essi (quello che penso sia il capo) urla qualcosa al bandito che aveva provato a rubarli. Ancora una vola non riesco a comprendere le sue parole, ma l'uomo si allontana e non può essere che un buon segno. Vorrei chiedere ad Orfeo spiegazioni ma la sua mano mi impedisce di parlare. Si rende conto che non c'è più bisogno e la allontana dal mio viso chiedendomi scusa con gli occhi, per poi tornare a seguire con lo guardo gli uomini che si allontanano.

Abbiamo perso i cavalli, penso mio malgrado. Però non sono morti, né sono stati rapiti. Quindi, tutto sommato, sono contenta per loro.

Orfeo non molla la presa sul mio corpo, reggendomi con il braccio per paura che io possa cadere, e devo ammettere che non è una possibilità così remota considerando le nostre gambe che penzolano nel vuoto e il mio scarso senso dell'equilibrio. È piacevole la sensazione di essere così vicini.

Trascorrono svariati minuti in cui rimaniamo pressoché immobili ad osservare il punto in cui i banditi pian piano spariscono.
"Se ne sono andati. Scendiamo giù" annuncia Orfeo.

Perdersi un giorno d'autunnoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora