Versione 2 - Capitolo 12

30 2 0
                                    

Quando mi sveglio, Orfeo dorme ancora sdraiato a pancia in giù sull'erba, con i capelli biondi che gli coprono gli occhi.

Mi prendo del tempo per darmi una sistemata prima di svegliarlo. Mi avvicino all'acqua dove i cavalli stanno bevendo con le zampe immerse nel lago.

È ghiacciata quando l'avvicino al viso. Mi dà una scarica di adrenalina di cui avevo estremamente bisogno. Mi immergo nell'acqua fino alle ginocchia, reggendo in un pugno il vestito per non farlo bagnare, anche se ne avrebbe bisogno per levare tutto lo sporco.

Mi fermo a pensare su come svegliare Orfeo. Potrei spaventarlo lanciandogli delle foglie addosso e urlare qualcosa di insensato, ma non è una buona idea considerando che ha un pugnale con sé che, nella foga del momento, potrebbe usare per infilzarmi.

Ma la vera domanda è: dovrei svegliarlo? Se lo lasciassi dormire arriveremo sempre più tardi a destinazione, il che mi darebbe un bel vantaggio, possibilmente mandando all'aria anche il suo piano di riserva.

La risposta alla mia domanda viene data dal rumore d'acqua alle mie spalle, e di un Orfeo seminudo che si tuffa nel lago schizzandomi tutta.

Lo guardo incredula riemergere dall'acqua, il viso pieno di piccole gocce che lo percorrono. Scuote i capelli come un cane, bagnandomi ancora di più.

"Hai finito?" gli chiedo indispettita per questa doccia non richiesta.
Il sorriso beffardo sul suo volto mi fa decisamente pensare che non è così.
Mi afferra la vita trascinandomi con lui nell'acqua gelata. Lancio un gridolino che è misto ad una risata nell'impatto.

Ho i capelli completamente bagnati e la pelle d'oca su tutto il corpo.
Orfeo mi tiene ancora attirata a sé, circondandomi con le braccia, i nostri bacini che combaciano e le mie mani sul suo petto. Riesco a sentire il suo cuore battere regolare contro il mio palmo.

"Ammettilo, anche tu avevi voglia di un bagno" dice quasi sussurrando, come se qualcun altro potesse sentirci.

"Era davvero necessario bagnarmi anche i capelli?" gli chiedo considerando quanto ci vorrà ad asciugarli, e al mal di testa che mi verrà se non saranno completamente asciutti.

"Sì, ne avevi bisogno" commenta. Lo vedo deglutire quando abbassa gli occhi sul mio corpo avvolto dalla tunica bagnata che sottolinea ogni mia forma. Sento le sue mani rinsaldare la presa sul mio bacino mentre i suoi occhi ritornano fissi nei miei, più scuri della notte, quel buco nero che mi attrae come se gli appartenessi e, ogni volta che lo guardo, la voglia di tornare a casa scompare e quella di lasciarmi risucchiare mi assale.

Distolgo lo sguardo dai suoi occhi prima che sia troppo tardi. Mi lascia andare i fianchi e ne approfitto per allontanarmi da lui, sentendo un gran freddo nel punto in cui prima c'erano le sue mani.

Non mi segue, rimane immerso nell'acqua dandomi le spalle mentre torno a stendermi sull'erba.

Gli chiedo se ha qualcosa che posso indossare e mi dice di cercare nella sua sacca. Ritrovo il mio vestito, quello che indossai il giorno in cui siamo partiti. Mi sembra siano passate settimane, ed era solo cinque giorni fa.

Strappo l'orlo stracciato in un colpo solo, accorciandolo di un po' di centimetri. Quando lo indosso mi arriva fino a metà coscia, ma non fa niente.

Stendo il vestito bagnato sul ramo di un albero sperando che si asciughi almeno un po'. Vorrei indossarlo quando arriveremo a corte, quello che indosso ora non mi sembra così adeguato ad un palazzo imperiale.

Dopo qualche minuto Orfeo esce dall'acqua e si siede accanto a me.

"A volte sembri distante" afferma Orfeo girandosi ad osservare la mia reazione. "È per quello che abbiamo fatto l'altra notte? Pensavo che lo volessimo entrambi." Attende una mia risposta ma non riesco a trovare parole adatte per formularla. "Ho fatto qualcosa di sbagliato?" Lo chiede con tono preoccupato, quasi ferito.

Perdersi un giorno d'autunnoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora