Gaius ci dice che possiamo restare da lui qualche altro giorno se vogliamo, ma dobbiamo alloggiare nel suo capanno degli attrezzi. Nessuno può sapere che siamo qui e non siamo gli unici che piombano in casa sua nel mezzo della notte cercando aiuto.
Orfeo sistema il piccolo spazio alla meglio, utilizzando dei sacchi di farina come materasso, stendendoci sopra delle lenzuola pulite.
Non mi lascia camminare fino al capanno, insistendo per portarmi in braccio nonostante le mie proteste. Il tetto forato è l'unica fonte luminosa. Portare delle candele sarebbe troppo pericoloso, una mossa sbagliata e si incendierebbe tutto. Ma ci si può accontentare. C'è abbastanza luce per capire dove mettere i piedi.
Orfeo si sdraia accanto a me. "Abbiamo dormito in luoghi peggiori" commenta con una piccola risata. Erano settimane che non lo sentivo ridere. Rido anche io confermando.
"Posso abbracciarti?"
Annuisco in risposta. Fa scorrere un braccio sotto la mia testa mentre con l'altro mi avvolge. Mi faccio più vicina a lui e vengo riscaldata dal suo corpo. Penso di non aver provato sensazione più bella di questa negli ultimi mesi.
Mi lascia un bacio tra i capelli, poggiando le labbra per qualche lungo secondo. Mi sento sciogliere tra le sue braccia, come se potessi liquefarmi da un momento all'altro.
"Stai abbastanza calda?"
"Sì" mormoro contro il suo petto, l'odore di giglio mi inonda le narici.
"Solo perché tu lo sappia, ci tengo a te. Non so che avrei fatto se avessi perso anche te."
Alzo la testa per incontrare il suo sguardo. Ha gli occhi lucidi. È pentito, spaventato. Per la prima volta, sono sicura che stia dicendo la verità. Non avrebbe rischiato la vita pur di salvarmi se non fosse così.
China la fronte incontrano la mia. Restiamo così qualche secondo, inalando la stessa aria, sincronizzando i battiti. Orfeo preme le sue labbra sulle mie, con delicatezza, come se potessi rompermi da un momento all'altro. Ed in effetti potrei. Lascio cadere tutti i muri, concedendomi la cosa che ho più desiderato. E non importa ciò che dice il cervello, ciò che mi ha sempre ripetuto durante queste settimane. Lascerò che a guidarmi sia il cuore almeno per questa notte.
Dischiudo le labbra come per dargli il permesso, lasciando che approfondisca il bacio, che lo guidi in una danza al ritmo dei nostri cuori. Gli accarezzo la guancia avvicinandolo a me ancora di più, come se fosse possibile ora che i nostri corpi sono schiacciati l'uno contro l'altro. Fa scorrere le dita lungo la mia spalla, lasciando una scia di dolci carezze.
Quando allontana le sue labbra dalle mie, noto che sono più rose e gonfie. Arrossisco al pensiero di esserne la causa, come una quindicenne alla sua prima cotta.
Passa a baciarmi il collo, leccandolo, provocandomi uno strano calore al basso ventre. Non voglio che si fermi. Non lo fa. Continua a baciarmi facendomi gemere lievemente. Mi bacia la clavicola, poi passa alla spalla sinistra allontanando con il naso la spallina del vestito per coprire ogni centimetro di pelle che riesce a raggiungere, ricoprendomi di baci per curare tutte le mie ferite.
"Forse dovresti riposare" mormora stampandomi un bacio sulle labbra. "Gaius ha detto che ne hai bisogno" continua, per poi stamparmene altri due."Ho riposato abbastanza" gli rispondo sulle sue labbra. Stavolta sono io ad iniziare il bacio, a guidarlo dolcemente per trovare il ritmo perfetto che piaccia ad entrambi, prendendo il suo labbro inferiore tra i denti strappandogli un gemito.
"Possiamo fermarci quando vuoi" mi dice ancora e ne suoi occhi leggo la preoccupazione che prova nei miei confronti, il bisogno che ha di proteggermi e il desiderio che non riesce a nascondere.
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Perdersi un giorno d'autunno
Historical Fiction🏆WATTYS 2022 WINNER🏆 NARRATIVA STORICA 🌋 Siete in cerca di un retelling del mito di Orfeo ed Euridice sulle note di "Pompei" dei Bastille, uno slow burn che vi terrà con il fiato sospeso fino alla fine, in cui il lettore è chiamato a decidere sul...