capitolo dodici

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Io: qui belloo!! Venite da me..! Eddai!

Non credevo che l'avrei mai detto ma, si, sto rincorrendo dei piccioni con un sacchetto di briciole di pane in mano come una disperata.

Mj: t/n perché non provi a stare ferma?

Propone la ragazza con tre piccioni sul braccio che beccano per mangiare le briciole. Mi metto vicino a lei con la sua stessa posa. Ned mi mette un po' di briciole in testa e in pochissimo tempo mi ritrovo due piccioni che mi tirano i capelli.

Io: ahio! au!

Li scaccio infastidita. Peter nel mentre se la ride.

Io: cosa ridi te!

Vado verso di lui arrabbiata ma con un sorriso stampato in faccia.

Peter: sei fantastica t/n. Hahaha.

Continua a ridere, così parto anche io. La sua risata è come una melodia, l'ascolterei all'infinito.

Prof: va bene ragazzi, potete muovervi liberamente per circa due orette, dopo di ché vi voglio tutti in hotel d'accordo?

Sento la terra tremare, i miei sensi mi dicono scappa.

Io: sta per succedere qualcosa.

Dico guardando Peter. E infatti proprio vicino ad un ponte compare un mostro d'acqua alto come le case se non di più. Il terreno si divide, vedo i miei compagni impauriti che scappano con dietro i prof, tutte le persone nelle vicinanze sono in pericolo. Guardo Peter preoccupata.

Peter: andiamo!

Prende due maschere da un negozio a caso e me ne spiaccica una in faccia.

Io: ahio..

Peter: hai I tuoi spara ragnatele?

Io: si.

Mi arrampico su un edificio. Sul tetto di esso vedo bene il mostro, mi avvicino a lui quando però fa cadere la torre di una chiesa. Mi dirigo davanti all'edificio e con le ragnatele ai lati cerco di raddrizzarla prima che sia troppo tardi, Peter fa lo stesso da terra e riusciamo a farla cadere sulla piazza vuota senza far del male a nessuno. Da sopra un tetto di una casa urlo a Peter.

Io: come facciamo a fermarlo?!

Improvvisamente vedo del fumo verde uscire da un fianco del mostro, un uomo con mantello rosso e una boccia di vetro in testa sta combattendo quell'essere.

Peter: occupiamoci di far evaquare le persone!

Annuisco e corro ad aiutare una povera signora e un gruppo di ragazzi.
Finito il lavoro ce ne torniamo dritti in hotel già stanchi del primo giorno di "vacanza".

Prof: Peter! T/n! Grazie a dio siete sani e salvi.

Peter: vi abbiamo persi di vista mentre stavamo.. Correndo.

Prof: i guai sembrano seguirci ovunque quest'anno. Per fortuna che Misterio era lì.

Io: Misterio? Chi è?

Nella televisione della sala d'attesa parte il telegiornale. Una donna presenta al mondo un uomo, un eroe, il suo nome è Misterio. Guardo Peter perplessa, non ne avevo mai sentito parlare. Il mio telefono squilla, è mio padre. Mi allontano dagli altri per avere un po' di privacy.

Io: papà?

Tony: tesoro?! Grazie al cielo.
Come stai? Sei ferita?,

Io: cosa? Perché dovrei?

Tonu: ascoltami bene t/n,
qualsiasi cosa quell'uomo
ti dice di fare, tu non dargli
ascolto, sei troppo piccola per-

Io: papà ma di che stai parlando?

Tony: Nick Fury.

Io: perché mai Nick Fury
dovrebbe chiamarmi? Senti,
ora sono un po' impegnata ti
richiamo dopo ciao papà.

Tony: asp-

- - -

Faccio per tornare dagli altri ma Peter mi blocca.

Peter: mi ha appena chiamato Nick Fury, vuole vedermi, e vuole vedere anche te.

Lo guardo confusa, sta succedendo qualcosa di strano, molto strano.

Nick: quindi tuo padre crede che io sia pericoloso?

Io: si beh, non lei nel senso che lei potrebbe farmi del male ma, nel senso che in missione potrei farmi del male.

Nick: si lo avevo intuito.

Peter: per questo vorrei dirle una cosa signore..

Ci fermiamo in mezzo al corridoio buio con solo una lampada ogni qualche metro che emana una luce giallastra e qualche macchinario buttato a terra. Ormai è sera, siamo usciti per incontrare Nick e capire cosa vuole da noi. L'uomo guarda il ragazzo negli occhi serio, idem Peter.

Peter: se le cose si metteranno male, lascerò la missione per salvare lei.

Io: prego?

Si irrigidisce sistemando la sua postura, lo guardo molto confusa. Fury rimane qualche secondo a guardarmi e poi risponde.

Nick: mi piace il tuo ragazzo.

Fa un sorrisetto e continua a camminare, con Peter dietro che lo segue in modo imbarazzato, io rimango un attimo pietrificata.

Io: Peter? Non erano questo i piani!

Nick: va bene, adesso basta con i litigi di coppia, vi presento Quentin Beck.

Arriviamo in una stanza con un tavolo al centro, persone vestite di nero attorno che armeggiano con schermi e armi. Dietro al tavolo c'è lui.

Io: Misterio?

Beck: come scusa?

Peter: M-Misterio è come la chiamano i nostri compagni di classe, ci scusi.

Beck: non fa niente non ti preoccupare ragazzo. Piuttosto, dobbiamo parlare.

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