capitolo ventotto

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Tock! Tock!

Peter: t/n?

Io: non ci sono.

La porta di camera mia si apre e Pet entra.

Peter: tutto ok?

Io: no.

Mi metto sotto le coperte del mio letto per nascondermi dal suo sguardo da cucciolo bastonato.

Peter: andiamo t/n, non penserai veramente quelle cose!

Chiude la porta dietro di sé e si siede vicino alle mie gambe. Poggia una mano sulla mia cosca e mi dà qualche carezza.

Peter: in salotto hai davvero esagerato, se mai dovessi guardare delle tette guarderei le tue dato che sono le uniche che vorrei mai-

Un silenzio imbarazzante riempie la stanza.

Io: cos'hai detto?

Mi alzo a sedere rossa in viso. Anche lui è diventato un peperone.

Peter: n-n-niente s-solo c-che-

Io: sei proprio un pervertito!

Gli tiro un cuscino in faccia ridendo.

Peter: f-fcufa.

Dice coprendosi il viso col cuscino.

Io: non capisco se ti metti quel coso davanti la bocca.

Lo abbassa e mi guarda negli occhi imbarazzato.

Peter: scusa..

Io: davvero non le guardavi il seno? A me pareva proprio di sì.

Peter: no ma che dici, non farei mai una cosa del genere. Le stavo guardando la collana, aveva un ragno come ciondolo e..

Io: e...?

Distoglie lo sguardo giocando col cuscino.

Peter: stavo pensando di prendertene una simile per i nostri 3 mesi..

Mi si scioglie il cuore.

Io: aaww Peet!

Lo abbraccio.

Io: perché sei così dannatamente adorabile?!

Ricambia l'abbraccio mettendo il viso nell'incavo del mio collo, io gli accarezzo i capelli lasciandogli qualche bacio.

Friday: signorina t/n, signorino Peter, la signorina Potts mi ha incaricato di informarvi che la cena è pronta.

Io: grazie Friday.

Scendiamo e troviamo tutti che si stanno sedendo a tavola pronti a mangiare. Ci sediamo anche noi, vicini, e iniziamo la cena.

Tony: ..e a quel punto ho pensato, cavolo se quelle sono delle belle chiappe!

A tutti scappa una risata.

Steve: potremmo evitare di parlare del mio sedere mentre mangiamo?

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