capitolo quindici

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Mi sporgo alla finestra di camera mia, con il costume indosso, pronta per andare da Peter. Il cuore mi batte veloce e le mani mi sudano. Prendo un bel respiro e mi siedo sulla finestra per calmarmi un attimo. Nella mia testa continuo a ripetermi di stare tranquilla, e che tutto andrà per il meglio. Mi lancio giù dalla torre, sparando ragnatele ai palazzi più vicini per poi arrivare sul tetto dell'indirizzo scritto sul bigliettino. Per terra c'è una grande tovaglia rossa con due piatti e due bicchieri sopra, posate e fazzoletti di stoffa bianchi. Candele ovunque, che rendono l'atmosfera molto piacevole emanando un profumo di rose. Al centro della tovaglia c'è un bouquet di girasoli, i miei fiori preferiti. Riporgo la tuta nel bracciale, sotto indosso dei jeans neri idem le converse e una t-shirt che avevo rubato a Pet un po' di tempo fa, è bianca con una pizza al centro e delle scritte rosse. Mi guardo intorno ma di Peter non c'è traccia, lo aspetto sedendomi sulla tovaglia, ammirando i girasoli.

Peter: c-ciao.

Mi giro e lo vedo in piedi davanti a me, indossa la sua tuta con una giacca da smoking e il papillon.

Peter: scusa se ho fatto tardi ma, c'è stata una rapina qui vicino e-e-

Sistema delle candele sul muretto vicino alla tovaglia.

Io: va tutto bene tranquillo, sono arrivata da poco.

Continuo a giocare con i petali dei girasoli.

Peter: t/n, dovrei dirti una cosa..

L'aria si fa tesa, e il cuore ricomincia a battere sempre più velocemente. Si avvicina a me e mi prende le mani facendomi alzare.

Peter: t/n io, io, volevo scusarmi con te, non avrei dovuto baciarti quel giorno, non so che mi sia preso vedi il fatto è che..

Ti prego non spezzarmi il cuore.
Continuo a sperare.

Peter: il fatto è che tu mi piaci un sacco.. Anzi mille sacchi! O forse di più! Quando ti guardo il mio stomaco inizia a contorcersi e il mio cervello va in tilt.

Rimango sorpresa, non pensavo veramente di piacere a Peter.

Peter: quella sera sul tetto a Praga, hai detto delle cose orribili su te stessa, e nessuna è vera perché, tu sei perfetta così come sei, mi distrugge sapere che pensi quelle cose.

Mi si illuminano gli occhi dalla gioia.

Peter: scusa se ti ho fatto perdere tempo.

Fa per lasciarmi le mani ma mi lancio addosso a lui per abbracciarlo. Una lacrima mi solca il viso, lui rimane pietrificato a braccia aperte non capendo la situazione. Lo guardo.

Io: a-anche tu mi piaci Pet. Mi piaci da impazzire da prima di Liz..

Peter: cosa? Perché non me lo hai detto prima?

Mi stacco dall'abbraccio asciugandomi la guancia.

Io: perché non volevo interferire, eri così carino mentre la guardavi con aria innamorata. Non facevi altro che sorridere come un ebete.

Mi scappa una risatina, lui sorride e mi prende delicatamente la faccia con le mani.

Peter: ritieniti fortunata allora, perché da ora in poi tutti quei sorrisi saranno riservati a te, solo ed esclusivamente, alla mia ragazza.

Mi bacia, ma sta volta come si deve, facendo sì che i nostri respiri diventino uno, poggio le mie mani sulle sue. Ha le labbra morbide e calde, come ho sempre immaginato. Ci stacchiamo e mi guarda con gli occhi un po' spaventati.

Io: perché mi guardi così?

Peter: tuo padre mi ucciderà.

Si gratta la nuca imbarazzato.

Io: dovrà prima passare su di me.

Mi sveglio nel mio letto, mia madre sta aprendo le tende dicendomi di alzarmi.

Io: che ore sono?

Dico ancora assonnata.

Pepper: le nove e mezza, è ora dell'allenamento.

Io: uffa, perché durante il weekend non posso dormire fino a tardi come le persone normali non è giusto.

Pepper: sai che tuo padre è puntiglioso su queste cose.

Io: già..

Mi alzo contro voglia.

Pepper: vado a prepararti la colazione.

Io: si, grazie mamma.

Intanto io mi faccio una doccia. Appena finito vado in cucina.

Io: buongiorno Pet!

Peter: giorno. Sembri felice, più del solito.

È poggiato di schiena sull'isola con una tazza di caffè in mano.

Io: beh sai, ieri sono uscita con un ragazzo.

Dico soddisfatta.

Peter: non mi dire, era carino?

Io: mmh, sono più carina io.

Peter: questo non lo metto in dubbio.

Io: ad un certo punto mi ha preso le mani e mi ha guardata dritto negli occhi.

Prendo la sua tazza e bevo un sorso di caffè per poi poggiarla sul piano di marmo, dove lui poggia adesso le mani. Mi avvicino.

Io: poi ha continuato ad avvicinarsi sino a quando le nostre labbra erano vicinissimissime così.

Sento il suo respiro sulle labbra, i suoi occhi fissano la mia bocca.

Io: ti lascio immaginare cosa sia successo dopo.

Ridacchio allontanandomi dal ragazzo che deluso mi viene dietro.

Peter: p-potresti anche mostrarmelo, voglio dire.. questo ragazzo sembra aver fatto un bel lavoro no?

Si mette davanti a me.

Io: sei sicuro? Non voglio che poi quel ragazzo così gentile si arrabbi con me.

Peter: s-se-

Tony: oh siete svegli!

Entra mio padre in cucina.

Tony: ho interrotto qualcosa?

No papà tranquillo stavamo solo per limonare.

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