capitolo trentaquattro

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Entro in camera di Pet.

Io: ehi.

Peter: ciao, sistemato Parker?

Io: si, è nella stanza vicino quella di Clint non penso avrà problemi dato che lui non c'è.

Peter: bene.

Ha un tono molto seccato.

Io: tutto ok?

Peter: si, infondo la mia ragazza flirta con un me di un'altra dimensione ogni notte nella sua testa come potrei stare male.

Ricomincia a scrivere sui mille fogli sparsi sulla sua scrivania.

Io: Peeeeeet!

Mi siedo vicino a lui portandomi le ginocchia al petto e poggiando la testa su di esse.

Peter: avevi detto che non lo vedevi più, perché mi hai mentito?

Io: perché sapevo che avresti reagito male.

Peter: non sto reagendo male.

Io: stai fecendo il bimbo geloso che amo tanto, eviti lo sguardo di chiunque e sei scontroso.

Mi avvicino con la sedia.

Io: odio vederti arrabbiato, ma quando fai il geloso mi fai impazzire.

Ridacchio facendolo sorridere.

Peter: uffa non riesco a tenerti il broncio così!

Rido accompagnata da lui, cazzo la sua risata, è perfetto.

Io: va bene se dormo qui oggi?

Peter: e me lo chiedi?

Mi butto sul letto morbido abbracciando il lenzuolo arruzzo e i cuscini.

Io: c'è il tuo odore..

Peter: a-ah si?

Io: vieni?

Peter: d-devo finire qui..-

Io: per favoree.

Peter: e va bene.

Si avvicina al letto e toglie la maglia, così come i pantaloni pochi secondi dopo, rimango incantata. Si sdraia a fianco a me e mi avvicina prendendomi dai fianchi, si infila sotto il lenzuolo e poggia il viso sulla mia pancia lasciando qualche bacio, poi sale e si poggia sul seno, accarezzo i suoi capelli facendogli anche un po' di grattini sulla schiena fino a quando il sonno non prende il sopravvento.
Mi sveglio, Pet ancora dorme attaccato a me, mi sposto mettendogli un cuscino tra le braccia, indosso i suoi pantaloni della tuta e scendo in salotto. Parker è seduto sul divano con mio padre.

Io: buongiorno.

Tony: t/n, finalmente sei qui.

Peter3: ciao.

Tony: tesoro posso parlarti?

Io: certo.

Vengo trascinata in cucina e mio padre imbronciato inizia a sclerare.

Tony: cosa ci fa un Peter di un'altra dimensione in casa mia??!

Io: e io che ne so.

Tony: che significa non lo sai?!!

Io: Ned lo ha incontrato ieri sera mentre tornava a casa, dice che ha oltrepassato un portale giallo e si è ritrovato qui.

Tony: portale giallo? Quindi è colpa di Strange?

Io: a quanto pare, Thor è tornato?

Tony: non ancora, ma abbiamo problemi più grandi, dobbiamo riportarlo a casa.

Torniamo in salotto, mi siedo sul tavolino davanti a Parker.

Io: allora, come ti senti?

Peter3: bene, ma sono un po' in pensiero.

Io: per chi?

Peter3: ti ricordi quando ti ho detto di aver incontrato un'altro altro Peter?

Io: dici che anche lui è qui?

Peter3: può essere.

Io: oggi andremo da una persona esperta su questo campo non ti preoccupare, risolveremo tutto.

Peter3: ok, grazie t/n.

Mi avvolge in un abbraccio, ricambio imbarazzata.

Peter: buongiorno altro me.

Il mio ragazzo scende le scale con i capelli arruffati e ci raggiunge.

Peter3: buongiorno, vuoi due siete fidanzati giusto?

Peter: già, purtroppo.

Io: ehi!

Peter3: sei fortunato amico, nel mio universo.. Io.. Ho-ho perso Gwen. Lei era la mia t/n.

Peter: mi dispiace.

Peter3: sono cose che succedono, purtroppo.

Io: non abbattiamoci il morale, oggi sarà una giornata lunga e piena di spiegazioni noiosissime.

Mi alzo e faccio per andare in camera mia.

Peter: perché hai I miei pantaloni?

Io: volevi dire i nostri pantaloni.

Peter3: aspetta che-

- - -

Strange: non sono stato io.

Io: cosa? E allora chi è stato?

Strange: io so solo che dobbiamo riportarlo a casa.

Peter: e come facciamo?

Strange: devo trovare un vecchio libro pieno di incantesimi di questo tipo, datemi qualche giorno.

Peter3: ma chi è stato ad aprire quel portale?

Strange: ho detto che non lo so, fatemi parlare con Wong.

Io: non rischia di morire vero?

Strange: perché dovrebbe?

Io: beh non si trova nella sua dimensione, questo non potrebbe causare problemi ai suoi atomi? Non è stato concepito per stare in questo spazio/tempo.

Peter: che hai detto?

Peter3: perché è pieno di neve?

Strange: forse hai ragione, tenetelo d'occhio, se trovate altri Peter Parker portateveli a casa e non fateli uscire per nessuna ragione, se dovessero esserci problemi venite subito da me.

Wong: Strange vieni a dare una mano.

Strange: sono occupato.

Se non si fosse capito, siamo nel santuario di Strange che non si sa per quale motivo è pieno di neve.

Io: non può cercare adesso quel libro e dirci che sta succedendo?

Strange: ascoltatemi bene ragazzini, io in questo momento ho tanto da fare e il vostro amico qui è un grosso problema per me, datemi tempo e lo rimanderò a casa in men che non si dica, fino a quando non vi richiamerò non venite grazie prego ciao.

Il portone sbatte davanti alle nostre facce.

Io: ora capisco perché mio padre lo trova antipatico.

Peter: adesso che si fa?

Peter3: io ho fame.

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