capitolo ventinove

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Io: tranquillo Pet, non voglio fare nulla di strano.

Tira un sospiro di sollievo.

Io: li stavo solo prendendo in giro. A meno che....

Peter: a-a meno che..?

Io: se tu vuoi.. Se entrambi vogliamo....

Mi siedo sul letto continuando a guardarlo negli occhi mentre le mie guance si fanno più rosee.

Peter: i-i-io-

Si avvicina a me ma la porta si apre di scatto.

Tony: ciao ragazzi!

Mio padre entra.

Tony: ho interrotto qualcosa?

Sbuffo infastidita anche se in fondo sapevo che Sam avrebbe fatto la spia.

Io: no papà, stavamo solo parlando.

Peter: n-no signore.

Tony: mh, Peter, posso parlarti un attimo in privato?

Avvolge con il braccio le spalle del mio ragazzo.

Peter: c-certo, nessun problema.

Mi guarda dispiaciuto e se ne vanno.
CAZZO!

Friday: signorina t/n, signorina, si deve svegliare. Tra poco ha scuola.

Io: si.. Grazie Friday..

Friday: la sento un po' giù di morale signorina, posso fare qualcosa per lei?

Io: ho solo dormito poco, nulla di preoccupante.

Friday: con permesso allora vado a svegliare il signorino Parker.

Io: no aspetta! Lo sveglio io.

Friday: come vuole lei signorina.

La voce dell'intelligenza artificiale si spegne. Corro velocemente verso la camera di Peter.

Io: Pet posso entrare?

Non sento alcuna risposta ma entro comunque, sta ancora dormendo abbracciato al cuscino.

Io: Peter.

Mi siedo vicino a lui accarezzandogli la guancia.

Io: Peter svegliati. Dobbiamo andare a scuola.

Lui mugola e apre un'occhio.

Peter: t/n..

Io: svegliaa!

Si alza a sedere.

Io: buongiorno!

Gli prendo il viso tra le mani e lo riempio di baci, lui fa qualche versetto divertito. Poi mi ricompongo e mi siedo davanti a lui aspettando mi dica qualcosa riguardo ieri sera.

Peter: ..che c'è perché mi guardi così?

Ma devo bestemmiare di prima mattina o cosa?

Io: e-ehm, vestiti e scendi che facciamo colazione.

Mi alzo e vado alla porta.

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