7. Broken Promise

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TAEHYUNG

Quella lunga settimana era passata relativamente in fretta, tra l'università e le costanti ricerche a cui stavo adempiendo nel tentativo di continuare così il report da consegnare ai professori.
Era un'ardua ricerca che ormai stavo completando a piccoli passi, mantenendoci la massima cura. La data di consegna era prevista tra due mesi e, secondo le parole dei miei professori, il punteggio avrebbe avuto un'ampia considerazione nell'intero percorso universitario così come nel punteggio finale del primo anno.
Dopotutto era una ricerca, che per quanto risulti banale e superficiale, è alla base del reporting coreano e nazionale; è un modo per permettere a noi studenti di sperimentare la vita da reporter attraverso un semplice compito di ricerca e informazione.

E viene svolto nei primi anni di Università per darci anche l'opportunità di migliorare, ricondurre ulteriori reporting in futuro e ottenere quindi un progresso fino alla laurea triennale.

Mi ero diretto in quella foresta senza un particolare scopo, volevo solo scattare qualche foto e accertarmi della veridicità delle continue testimonianze che, disperate, avvertivano gli abitanti di Cheju di un pericolo nei pressi di quest'ultima.
I miei compagni di corso appunto mi avevano più volte avvertito dicendomi almeno di portare qualcuno con me e proteggermi così le spalle ma io non avevo mai nutrito tale fiducia verso qualcuno all'infuori di me. In più, non volevo che della mia sorte ne dipendesse qualcun'altro, portare qualcuno equivaleva a dover badare a lui ed essere responsabile della sua vita.
Io ero ancora troppo giovane per morire e salvare la vita a qualcun'altro nel tentativo irrequieto di scappare da un probabile assassino o rapitore che fosse.

Non avevo bisogno di nessuno.

Non potevo fidarmi del prossimo, ognuno pensava a sé e in pericolo non c'era - purtroppo - altro da fare.
Non credevo neanche alle continue voci sparse per la città che affermavano con ignoranza persino dell'esistenza di un fantasma aggiratosi per il bosco in cerca di giovani da uccidere, o peggio mostri o demoni in combutta per distruggere l'umanità. Un mucchio di parole all'aria...

Erano inutili dicerie create da insulsi provocatori, pronti a spargere il panico pur di ottenere voce in capitolo e un minimo di fama, o semplici psicopatici in tutta la loro paranoia.

E forse era per questo assurdo motivo che io mi ero spinto troppo oltre.
Le voci infondate delle persone vagavano di bocca in bocca e io, non credendoci, avevo negato anche quelle voci superficialmente provate e più concrete, come l'ipotesi di un rapitore.
Ero arrivato a dubitare di ogni cosa, a chiudermi nella mia bolla, colma di arroganza e superficialità, un'altra volta e mancare di fiducia nei confronti altrui.

E ora ne stavo pagando le conseguenze, perché ancora una volta quella mattina, l'ennesimo incubo mi aveva costretto a svegliarmi in preda a forti spasmi creati e sommerso dal mio stesso sudore.

Respirai profondamente e rumorosamente come se fino a quel momento fossi rimasto bloccato e incapace di respirare correttamente con i miei polmoni.
Sentii il viso scottare e la fronte imperlata dal sudore ma fu scioccante scoprire i miei occhi arrossati e pesanti; stavo piangendo.
Presi subito ad asciugare quelle due lacrime scappate al mio controllo prima di alzarmi e incamminarmi verso il bagno della mia stanza.

Aperto il rubinetto, mi bagnai il viso con dell'acqua congelata prima di tamponare la mia pelle con un asciugamano.
Lo portai sopra le mie palpebre socchiuse e non riuscii a trattenere oltre dei singhiozzi strozzati che mi costrinsero nuovamente a piangere, stavolta consapevolmente.
Un tremito attraversò tutto il mio corpo, dalla punta dei piedi, alla colonna vertebrale fino al mio cranio costringendomi a perdere per un millisecondo l'equilibrio.
Portai le mani sulle mie tempie con l'intenzione di massaggiarle e fermare così quel forte mal di testa che ancora una volta mi stava distruggendo. Feci un respiro profondo cercando così di far scomparire l'immagine spaventosa di quei due esseri.

Sweet Blood [kooktae]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora