8. Strange Things

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"Jeongguk? Che sta succedendo!?" fu la voce agitata e perplessa di Jin ad attirare la mia attenzione, spostandola quindi dai due uomini attorno a me.

Mio fratello si era appena spostato dal salone principale all'entrata principale dove le due guardie mi stavano scortando fino a seguire una delle stanze indirizzare a non aver un preciso ruolo al castello.

"Non ne ho idea!" sbuffai alzando gli occhi al cielo e smettendo di opporre resistenza. Era inutile sprecare forze e parole, quei due energumeni non avevano intenzione di mettermi giù.

"Il Signor Jeon è stato denunciato per una serie di aggressioni e rapimenti nel territorio di appartenenza agli umani. Dobbiamo sottoporlo a un interrogatorio" finalmente uno dei due decise di aprire bocca permettendomi così di guardarlo scioccato e schifato da quella constatazione.

Io? Colpevole??

"Lei ha il diritto di rimanere in silenzio. Qualsiasi cosa dirà potrà essere usata contro di lei. Ha diritto a un avvocato durante l'interrogatorio. Se non può permettersi un avvocato, gliene sarà assegnato uno d'ufficio" che assurdità...

Sanno almeno chi sono? Cosa sto facendo per garantire la sicurezza di tutti, compresi loro? Solo fino a ieri abbiamo cenato tutti nella reggia ed ora, da un giorno all'altro, quelle due guardie che reputavo fedeli e sopratutto intelligenti stavano cercando di arrestarmi?

"Fermatevi, per favore. Lui non ha fatto nulla" tentò di convincerli il castano portando le mani a impedirgli di passare oltre verso quella stanza, probabilmente dove si sarebbe svolto il mio prossimo interrogatorio.

"Dobbiamo comunque accertarcene. Essendo un sospettato, abbiamo bisogno di interrogarlo e escluderlo, o renderlo, partecipe al caso" spiegò freddo uno di loro.

Lo sguardo mortificato di Jin mi fece capire che no, non avevo altra scelta. Avrei dovuto rispondere a domande inutili pur di togliere qualunque accusa posta su di me.
E forse poi, mostrando loro la mia onestà e innocenza, sarei riuscito a parlare con mio fratello maggiore sulla questione Taehyung.

Avrei messo un punto anche a quella storia pur di ritrovarmi quella coppia di guardie ai piedi, in ginocchio a chiedermi perdono per aver anche solo dubitato della mia parola e del profondo senso di giustizia che possedevo. Mi avrebbero ringraziato.
Tutti lo avrebbero fatto.

"Sii sincero come sempre e andrà bene" cercò di incoraggiarmi Jin sotto il mio sguardo infuocato dall'ingiustizia e la controversia di quella situazione.

Mi scostai sbuffando dalla presa salda della guardia scortando me stesso verso la stanza dove ben presto sarebbe avvenuto il mio interrogatorio.
Mi sedetti con disinvoltura sulla sedia, accavallando le gambe e passando lo sguardo freddo e minaccioso sui due uomini al loro interno.

Uno era un vampiro medio, munito di una pistola dai proiettili argento, i capelli lisci e scuri lasciavano scoperta la sua fronte, lo smoking nero e bianco lo rendeva elegante quanto patetico e l'espressione seria dipinta sul volto lo rendeva ancor più inferiore alla mia vista.

La donna al suo fianco era leggermente più bassa, portava anche lei un'abito elegante e colorato di nero. Il rossetto sulle sue labbra e i boccoli corvini dei suoi capelli sottolineavano sia potere femminile che padronanza e professionalità nel suo lavoro.

La reputai, a primo impatto, decisamente più sveglia e seria del suo collega che al contrario della vampira, che teneva le braccia incrociate al petto e un'espressione calma e rispettosa in volto, mi guardava con disprezzo tenendo le braccia erette sul tavolo e i pugni stretti. Patetico.

"Mi permetta di presentarmi, sono l ispettore Choi e lei la vice ispettrice Bae" si inchinò il primo dei due indicando con una mano aperta la signora al suo fianco.

Sweet Blood [kooktae]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora