Sweet Blood [kooktae]

36. Matter of Time

Decisi quindi di tornare al castello ed avvisare Soyeon dell'enorme problema che, se trascurato, poteva davvero divenire irrisolvibile.

Non era così sorprendente ritenere i responsabili di un probabile rapimento gli stessi uomini coinvolti nel caso di Byun e Park; avevano già rapito Taehyung, costringendo quest'ultimo a vivere a palazzo. Non mi sarei sorpreso se adesso avessero deciso di fare lo stesso con entrambi.

Avevano davvero seguito Jeongguk al confine quando questo aveva cercato di raggiungere il suo amato? Avevano davvero depistato la casa di Taehyung fino a entrare nuovamente nella sua stanza e a rapire entrambi? Era davvero concecipibile una tale irruenza e un tale affronto?

Sapevo che noi vampiri fossimo immortali e privi di ogni genere di sentimento, positivo e sincero, ma un briciolo di umanità? Un minimo di sanità mentale per comprendere che tali atteggiamenti possono ripercuotersi contro i reali responsabili? Pensavano davvero di poter abusare di tali individui senza rimpiangere le loro decisioni avventate un giorno?

Quei pensieri colmi di rabbia mi costrinsero ad imbattermi in Seokjin e spingerlo erroneamente nel salire fino al terzo piano, dove era situata la camera del corvino e dove ora si trovava la sorella.

"Oh, scusami. Non ti ho visto-" mi scusai immediatamente, procedendo a passo spedito ma la mano del castano si fermò sul mio polso, voltandomi in sua direzione.

Solo allora mi accorsi della presenza di Namjoon alle spalle del vampiro. "Ti serve qualcosa?" chiesi confuso.

"Dov'è Jeongguk? Lo sto cercando ovunque, i-io ho bisogno di parlargli. Voglio riappacifficarmi con lui" disse agitato, come se, riaffermando le sue intenzioni, potesse acquistare un po di coraggio.

Mi trattenni dal sbattergli in faccia la cruda realtà che fosse oramai tardi per cercare un confronto, vista la recente notizia, ma decisi semplicemente di annuire comprensivo. Anche Seokjin, come tutti, aveva i suoi problemi, le sue paure ed i suoi rancori, e - visto il rapporto altalenante che sempre aveva avuto con il fratello - era giusto che necessitasse anche di tempo per ottenere la giusta sicurezza per riapprocciarlo.

Seokjin, come Jeongguk, non era nel torto. Anche lui credeva nei suoi ideali e, secondo le sue personali esperienze di vita, sapeva di potersi fidare di Namjoon e io dovevo ammettere che quest'ultimo non mi sembrava poi così minaccioso. Non era una spia o la situazione sarebbe addirittura peggiorata in un momento simile.

"Seguitemi entrambi" dissi con calma, cercando comunque di apparire pressoché lascitivo. Conoscevo il mio ranco e loro erano, senza dubbio, più in alto di me nella piramide sociale.

Questi fecero, silenziosamente, quanto detto, permettendomi di notare della confusione nei loro volti. Bussai alla porta della stanza di Jeongguk e Soyeon mi aprì in fretta. Quest'ultima trasalì appena nel riconoscere il fratello maggiore, sgranando gli occhi, ma si ricompose in fretta.

Si accomodò a debita distanza dalle due nuove figure. Notai Seokjin tintinnare a sua volta ma, anche lui, notando il silenzio doloroso della sorella, decise di evitare il minimo contatto.

Sospirò straziato, sedendosi sul divanetto davanti a me, seguito da Namjoon che non perse tempo a confortarlo con uno sguardo addolorato. Anche loro parevano avere un ottimo rapporto, potei facilmente constatarlo.

"Non allarmarti troppo-" mi rivolsi a Soyeon, conoscendo il suo carattere sprizzante ed incredibilmente emotivo. Non che fosse tanto nell'esternare sentimenti nostalgici o negativi, ma quella ragazza era talmente reattiva ed esagerata che ritenni necessario avvisarla, così da evitare forti reazioni come schiamazzi o urla furiose.

Assomigliava forse troppo a Jeongguk. Se avesse preso la calma e l'eleganza di Seokjin, sarei stato più felice.

"Jeongguk è sparito e, con lui, Taehyung" il modo in cui lo dissi parve sorprendere maggiormente i due fratelli, che sgranarono gli occhi, spalancando la bocca, dalla quale non uscì però mezza parola.