28. My Love

291 25 18
                                    


JEONGGUK

"Oh mio dio, Jeongguk". Oh mio dio, è un angelo. Mentre stava spifferando contro la mia bocca, perso nella lussuria e incapace di ricambiare i mille baci che ormai stavo regalando alle sue labbra, gonfie e rosate.

Nudo, imperlato di sudore, spoglio di ogni veste, spoglio di ogni verità e falsità, ricco di vita ed incredibilmente eccitante. Il suo corpo era incredibilmente eccitante.
Leggero, curvilineo, esile, liscio alla perfezione. Ma anche il minimo o il più grande difetto lo avrebbe ugualmente reso attraente.

La sua fragilità si adattava perfettamente appa mia robustezza.

"A-ah, cazzo-" ansimò, stringendo tra le sue dita affusolate le ciocche scure dei miei capelli, facendomi sorridere enormemente.
Mi tirò a sé, baciandomi con passione e vigore, e allora mi impuntai sul materasso, spingendomi con altrettanta decisione nelle sue pareti, ora strette alla mia lunghezza.

Il piacere solcò ogni fibra del mio essere fino a farmi sussurrare rocamente il suo nome, contro il suo orecchio, leccando il lobo di quest'ultimo e baciando vittorioso i suoi capelli morbidi. Questi ultimi ora incollati al suo capo, leggermente sudati.

Il suo corpo emetteva un calore tale da bollire sotto la mia stazza, gelida. Strinse le gambe attorno alla mia vita dandomi modo di sprofondare ulteriormente nelle sue carni.

"J-Jeonggukie" spifferò con voce acuta, completamente sottomessa e dipendente da me mentre io lo penetravo con maggiore veemenza. Lo mangerei vivo.

Spalancò gli occhi, incontrando i miei - famelici - già puntati nelle sue due gemme. Si morse il labbro, guardandomi e spostando lentamente lo sguardo a percorrere ogni accentuazione del mio corpo, prima di sorridere lievemente e mandarmi così in completo caos la testa e in subbuglio lo stomaco.

Come mi guardava... Lo avrei pregato di tenere i suoi occhi incollati a me per tutto il tempo a venire, se non per sempre. Mi parve doveroso chiedermi se fossi stato costruito e scolpito solo per essere ammirato dalla sua vista poiché quella fu l'unica motivazione logica della mia esistenza.

Quasi quasi, fui fiero d'aver trascorso numerosi anni della mia vita ad allenarmi, rafforzando la mia fisicità e snellendo alcune miei componenti, poiché nel percepire le sue mani graziose ad accarezzare i miei pettorali pompati, gli addominali, i bicipiti tesi, fu rivitalizzante.
I suoi occhi a percorrere una linea immaginaria sulla mia figura come a spogliarmi di ogni indumento e le sue parole. I suoi complimenti tanto dolci... Diceva di essere profondamente innamorato di me e io non avevo sprecato ulteriore tempo tempo ed ero ritornato a seguire la mia vecchia scheda di allenamenti, indurendo ancor di più il mio corpo per renderlo ancora più gradevole alla sua vista.

I miei muscoli, tesi e lampanti, furono ben presto contratti all'ennesima spinta intensa. Gridò con sorpresa prima di supplicarmi di calmarmi un po. Lo guardai confuso.

"Non ami la mia impazienza?" chiesi, trattenendo l'impellente bisogno di morderlo all'ennesimo scambio di sguardi fin troppo audace. Sapeva flirtare con me semplicemente scrutandomi, sapeva mantenere il controllo e la ragione dinnanzi alla mia possente figura, sapeva dominarmi nonostante la sua posizione in netto svantaggio. Era la creatura più coraggiosa e meravigliosa che io avessi mai avuto l'onore di ammirare.

"Oh, c-certo che la amo. Ma vorrei resistere il più possibile" tenne a specificare, la voce tintinnante e spezzata dagli ansimi. "Taehyung, mi è impossibile trattenermi con te" e subito mi fiondai sulle sue labbra.

Questa volta riuscì a ricambiare con piacere e, mordendo con prepotenza le mie labbra, mosse il bacino incontro ai miei movimenti facendomi annaspare. Lasciai un gemito gutturale prima di imprimere il naso contro il suo collo e baciare quest'ultimo con sentimento.

Sweet Blood [kooktae]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora