15. Take me Home

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Un lungo corridoio, buio e freddo, si parò di fronte a noi. Una serie di porte chiuse lungo il muro, forzate, sporche. Il muro bianco rovinato era ricoperto di polvere e ragnatele, le luci elettriche sul soffitto scintillavano irregolarmente; il rumore frastornante di quest'ultime era l'unico suono presente in quel silenzio tombale.

Avevo il cuore in gola, il respiro sconnesso e gli occhi spalancati in cerca di indizi o qualcosa che potesse guidarci verso la giusta via. Di certo non potevamo entrare in qualunque stanza dell'edificio; ci sarebbe voluto troppo tempo e avremmo sicuramente attirato l'attenzione. Dovevamo agire velocemente, scattare più foto possibili, possibilmente utili, e uscire dalla struttura prima di pomeriggio.

Tuttavia, mi era difficile pensare lucidamente, la mia mente era offuscata ma al tempo stesso tale ansia mi permetteva di restare attento, con i piedi per terra e costantemente allerta.
Ci eravamo mossi in piena mattina, a un orario in cui generalmente i vampiri dormivano proprio per evitarli, e speravamo di non fare conoscenze spiacevoli nel luogo.

Jeongguk prese a camminare a piccoli passi, lentamente e silenziosamente, lungo il corridoio portando l'orecchio vicino ad ogni porta con l'intenzione di udire qualche suono che ci desse il via libera.
Anche io mi guardai intorno, verso le luci sopra le nostre teste, dietro di noi, lungo i muri per cercare qualunque cosa ma niente, sembravamo al sicuro per il momento.

Non seppi nemmeno cosa cercare di preciso, finché l'edificio sarebbe rimasto apparentemente normale, io e Jeongguk avremmo sicuramente continuato il nostro percorso.

Una torcia permetteva a Jeongguk di spianare la strada e scoprire così le mattonelle grigie, e rovinate, sul pavimento. Nonostante le ampie capacità di vedere al buio, il corvino mi aveva precedentemente spiegato che i vampiri erano in grado di vedere al buio ma, per aiutarmi in un luogo tanto svantaggioso, mi aveva proposto di portarmi dietro anche due paia di queste, per abbassarsi così al mio livello.

Arrivammo fino alla fine di quel lungo corridoio dove l'unica via da seguire era situata alla nostra destra, un altro lungo spazio, però senza porte, una semplice via che non ci rifiutammo di seguire. C'erano delle sporgenze nel muro a forma d'uomo e delle possenti colonne davanti a queste.

Pensai giustamente di spostarmi in avanti e parare Jeongguk quando dei piccoli passi si fecero spazio in quell agghiacciante silenzio.

E poi, compresi. Qualcuno stava venendo verso di noi.

Intravidi una scura ed irriconoscibile figura in fondo al corridoio, troppo lontana per vederla con accuratezza ma sicuramente ci avrebbe trovato; ci avrebbe sicuramente visto.

Jeongguk poteva vederlo, io sfortunatamente non ne ero in grado.

Preso dal panico, cercai appunto di sovrastare la sua figura non sapendo veramente che fare ma ben presto la mano di Jeongguk andò a posarsi sopra le mie labbra e l'altra andò ad afferrarmi e spingermi contro la protuberanza sul muro.

Fummo entrambi schiacciati, uno contro l'altro, in quella fossa stretta e troppo piccola per entrambi, la sua mano sulla mia, il suo viso davanti al mio. I suoi capelli scuri, coperti da un cappellino per renderlo altrettanto irriconoscibile, senza impedirgli però di vedere e agire. Riuscivo comunque a sentire il suo profumo, quel profumo dolce quanto accattivante.

Profumava di fiori, rosa e lavanda insieme, una sensuale e rilassata, l'altra più dolce e leggermente aspra. Un mix raro, stravagante, che mai mi sarei aspettato fosse così buono, così perfetto nel suo complesso.

Com'era lui; gentile, appassionato, premuroso, fiducioso e poi autoritario, serio, passionale e attraente come pochi.
Sapeva essere l'uno e l'altro, la cattività ed il bene più riconoscente, severissimo ma bellissimo.

Sweet Blood [kooktae]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora