43. Proud of You

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Il caso era stato lasciato in mano al governo, così da approfondirne le sorti, sventare quell'organizzazione ed ogni suo componente, capirne le precise motivazioni così trovare una soluzione al problema senza confondere sbagliato da giusto.

Alla mia incoronazione, avrei avuto la possibilità di lavorare sulla mia carriera e appoggiarmi alla corte per risistemare le condizioni burocratiche del nostro Paese, le quali avevano portato individui come Byun e Park a fare ciò che avevano fatto.

Non era più un banale caso giuridico, posto all'accusa di quattro semplici uomini.

La corte marziale aveva appena ufficializzato il caso come un problema internazionale che andava assicurato a chi di dovere e risolto entro breve.

Ma il mio unico obiettivo alla nostra vittoria era quello di prendermi cura del mio ragazzo, che aveva appena oltraggiato la sua divina bellezza, lasciando che i suoi occhioni si colmassero di lacrime.

"Taehyung..." sospirai rinchiudendolo tra le mia braccia, appoggiando il suo capo sulla mia spalla e carezzandogli la schiena.
Non mi curai dei miei fedeli che si erano avvicinati per congratularsi, non mi curai neanche della scelleratezza di Soyeon che tentava goffamente di rubarmi il castano così da stringerlo a sua volta e assicurarsi lui stesse bene.

Socchiusi gli occhi, beandomi del suo dolce profumo, ispirando profondamente e lasciando che questo si sfogasse contro di me.

Era tutto finito. Il peso di quella situazione stava lentamente lasciando le mie spalle; il problema non era sparito ma ora nessuno mi avrebbe più ostacolato od impedito di agire propriamente.

Inoltre...
Taehyung era al sicuro.

"Sei stato bravissimo" sussurrai, impedendo ad altri di sentirmi. Questo lasciò la presa sul mio busto solo per asciugarsi il viso con la manica della giacca, il suo labbro tremava.
Mi fece una tenerezza insormontabile.

"Congratulazioni sua altezza!" udii una voce maschile a me sconosciuta ed accennai un lieve sorriso, annuendo con il capo come ringraziamento.

In seguito, aiutai Taehyung ad alzarsi così da tornare a casa.

Doveva essere stato arduo per lui sedere in un tribunale, sopportare accuse e testimonianze, vedere i volti dei suoi aggressori... Non potevo quindi attendere che i miei fedeli mi salutassero.

"Con permesso" mi feci spazio tra questi. Strinsi diverse mani, anche Taehyung e Hoseok lo fecero, finché non tornai finalmente a respirare, mettendo piede fuori dalla sala.

Non avevo avuto modo di vedere il viso incupito di Choi ma Hoseok me lo aveva descritto molto rapidamente con un ghignetto contento. Immaginai fosse stato parecchio penoso.

Accompagnai Taehyung verso il parcheggio. Questo era pieno di veicoli tuttavia non vi era nessuno; probabilmente la folla che prima aveva occupato gli spalti del tribunale, ora era rimasta ai suoi interni sperando di parlare con chissà quale nobile.

Ognuno sperava in qualche riconoscimento e partecipare ad un'udienza era un ottimo modo per ottenerne. Tutti ne approffittavano per farsi un nome e allearsi con uomini anche più ricchi, d'alta aristocrazia.

"Ti riporto a casa?" chiesi al castano ma lui mi aveva completamente ignorato.
Era nel suo mondo, la sua mente ancora vagava tra le parole del giudice, ed io lo comprendevo perfettamente.

"Ehi, amore" mi guardai intorno, trascinando Taehyung dietro la mia auto cosicché non potessimo essere disturbati o intravisti dal nostro gruppo, che si stava spostando verso di noi. Afferrai il suo viso a coppa, scrutandolo con preoccupazione.

"Ti senti bene?" il castano sussultò, puntando finalmente i suoi magnetici occhi su di me. "Sì, scusami... Sono distratto" sorrise vagamente.

"Devi essere esausto" strisciai le dita lungo il suo liscio e morbido viso. "Ti porto a casa, hai bisogno di dormire" aggiunsi, aprendo lo sportello della mia auto.

Sweet Blood [kooktae]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora