Capitolo Sei

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Nessuno scelse di menzionare l'accaduto alla cena quella sera. Anne ed i due ragazzi gustarono la pizza extra-large che Niall aveva espressamente preteso e chiacchierarono normalmente. Nessuno voleva parlare dell'enorme faccenda riguardante il castano; così scelsero semplicemente di ignorarla. Niall se n'era andato dal campo arrabbiato come Harry non l'aveva mai visto. Sapeva che a Niall piacesse il giocatore dagli occhi blu, e che lo considerava già un amico fidato. Harry si sentì quasi in colpa. Louis gli era sembrato terrificato; soprattutto quando Niall aveva mimato il gesto di un pugno.

Inconsciamente, Harry sapeva che c'era molto di più in Louis di quello che l'occhio riusciva a notare. Forse il giocatore non era davvero come appariva ai suoi occhi.

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I giorni dopo furono abbastanza vuoti. Liam e Zayn avevano ignorato il riccio, che a sua volta era riuscito ad evitare qualsiasi imbarazzante incontro con Louis, e Niall aveva finalmente smesso di chiedere ad Harry i dettagli dei presunti 'atti di bullismo' di Louis nei confronti del riccio.

Harry si sentiva ancora un po' in colpa per aver fatto credere a tutti che Louis fosse un bullo. Aveva visto il ragazzo più basso nei corridoi nei giorni passati, ed aveva notato che aveva perso il suo solito sorriso, che faceva brillare gli occhi blu. Si sentiva male anche per aver messo Niall contro Louis. Al biondo piaceva davvero l'altro ragazzo; pensava fosse a posto, ma ora non riusciva a stare nemmeno nella stessa stanza con Louis. Era una situazione complicata, davvero.

Decise che avrebbe sistemato le cose. Avrebbe fatto capire a Niall che c'era stato un malinteso e che non avrebbe dovuto provare tutto quell'astio nei confronti del castano. Poi avrebbe fatto in modo di ricominciare a vedere quel bellissimo sorriso.

Un momento, da quando mi importa del suo sorriso? Harry non poté fermarsi dal pensare. Non che trovasse Louis attraente o qualcosa del genere. Poteva ammettere però che il ragazzo avesse dei bellissimi occhi, che diventavano ancora più luminosi accompagnati da quel sorriso. E beh, non poteva nemmeno negare che nonostante il castano fosse molto piccolo di statura, era tonico e chiaramente ben allenato.

Harry poté sentire le sue labbra curvarsi in un sorriso ripensando a quanto fosse attraente Louis mentre correva per il campo, calciando la palla e-

"Perché sorridi, Styles?" le labbra di Harry si abbassarono velocemente quando sentì quella voce. Solitamente avrebbe ignorato il ragazzo, ma qualcosa dentro di lui gli imponeva di combattere stavolta.

"Cosa, Liam?" sputò, la voce intrisa di veleno. "Non sono autorizzato a sorridere, ora?"

Liam sembrava scioccato mentre guardava Harry rispondergli a tono, ma non si fece intimorire. "Di fatto, non lo sei!"

"Come ti pare." disse semplicemente Harry roteando gli occhi. Si girò, pronto ad andarsene, quando una mano gli prese il braccio impedendogli di proseguire.

"Da quando hai spina dorsale, frocio?"

Harry strinse gli occhi. "È l'unico insulto che il tuo cervello sottosviluppato riesce ad elaborare?"

"No." disse Liam, sorprendendo Harry quando non lo colpì. "Ma è ciò che ti ferisce di più. Odi quando le persone ti chiamano frocio, o quando dicono che sei strano. Ti fanno provare troppa vergogna perché sai che è disgustoso. Ma sai anche che non puoi fare niente per cambiare te stesso; è per questo che quelle parole di feriscono così tanto."

Harry se ne stava lì, ad ascoltare ciò che Liam gli diceva. Sapeva che non fossero vere, non si vergognava della sua sessualità, ma facevano comunque male. Gli squarciavano il cuore come un coltello. Abbassò la testa quando sentì che le lacrime stavano per arrivare.

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