Capitolo Trentasei

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Le mura asettiche si confondevano le une con le altre mentre Louis veniva accompagnato attraverso il corridoio apparentemente senza fine verso sua madre.

"Prenditi il tempo che ti serve, e se hai bisogno di qualsiasi cosa, premi quel bottone e sarò subito qui." Una gentile infermiera bionda disse a Louis una volta raggiunta la porta della stanza di sua madre. Gli rivolse un sorriso rassicurante e strinse la sua spalla sana prima di lasciandolo solo.

Louis posò una mano tremante sulla maniglia, e stordito e senza fiato, fece irruzione nella stanza.

Niente avrebbe potuto prepararlo a quella vista.

Jay giaceva immobile, le guance scavate e prive di qualsiasi colorito. Appariva totalmente disidratata, troppo magra per essere considerata sana. C'erano molteplici fili collegati al suo intero corpo che conducevano a vari macchinari.

Il cuore di Louis si ruppe quando il suo sguardo si posò sul tubo inserito nella sua gola.

Gesù, non sta nemmeno respirando autonomamente.

Si sentì mancare. Non sembrava nemmeno più umana per certi aspetti.

I dottori gli avevano assicurato che stesse migliorando, ma come poteva essere possibile quando sembrava già... morta?

"Mamma?"

Fuoriuscì come un singhiozzo spezzato, e Louis si portò una mano alle labbra per cercare di ricacciare in dentro il pianto che cercava disperatamente di sgorgare.

Riuscì a bloccarlo, tuttavia; doveva essere forte per sua madre.

Posizionò una sedia vicino al letto di Jay e vi si sedette, prendendo una piccola e fragile mano della donna tra le sue.

"Ciao, mamma." Le sussurrò, incapace di incrementare il suo tono di voce. "Mi dispiace di non essere venuto a farti visita prima. Non ho scusanti, ma ho dovuto affrontare alcune cose..."

Si fermò, prendendo un respiro profondo nella speranza di calmare il suo cuore galoppante.

"Ma voglio che tu sappia che non ti do la colpa per ciò che è successo. Quindi non voglio che tu lo pensi, okay?"

Iniziò a tracciare leggere forme concentriche con il pollice sul freddo dorso della mano della donna.

"Jason è fuori dalle nostre vite, ora. Per sempre. E puoi ringraziare Harry per questo."

Sorrise coinvolgendo anche gli occhi, che brillarono.

"Non so se ricordi di averlo incontrato, ma sono sicuro che lo ameresti. Ha questi ricci estremamente soffici, e degli occhi che mi ricordano la primavera, sono così verdi."

Sorrise ancor di più nel continuare a descrivere Harry.

"Ed è la persona più dolce che io abbia mai incontrato; mi tratta sempre magnificamente e mi fa sentire al sicuro. Lui... lui mi ha salvato per davvero, mamma. Ricordi quando sei tornata a casa dall'Africa, ed io ero un completo disastro? Mi hai detto che un giorno avrei trovato qualcuno che non si sarebbe limitato ad aggiustare il mio cuore distrutto, ma sarebbe riuscito a diventarne parte. Io... penso di aver trovato quella persona, mamma."

Si fermò ancora, lo sguardo fisso sugli occhi chiusi di sua madre.

"Io lo amo."

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"Niall." Disse Anne attraverso il telefono, tenendo un tono di voce calmo in contrasto con la valanga di emozioni che la travolgevano dall'interno. "Cos'è successo ad Harry?"

More Than Meets The EyeDove le storie prendono vita. Scoprilo ora