Capitolo Trentuno

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Louis stette a fissare un Harry addormentato per diversi minuti, cercando di rimanere il più fermo possibile prima di distogliere lo sguardo ed iniziare ad agiarsi. Non riusciva a smettere di masticarsi il labbro inferiore e le sue dita dei piedi si dimenarono involontariamente.

Aveva bisogno di usare il bagno.

Alcuni minuti più tardi, Louis era ancora più disperato. Sapeva fosse stupido non svegliare Harry per chiedergli aiuto, ma voleva lasciar riposare il ragazzo.

È stato così occupato a prendersi cura di me che dev'essere esausto.

Devo lasciarlo dormire.         

Louis schiuse gli occhi e provò a canticchiare mentalmente alcune canzoni, ma il testo diventò man mano una silenziosa predica disperata per il bagno.

Non pensarci.

Non pensarci.

Non pensarci.

Merda. Ci ho pensato.

Louis arrivò al punto di essere convinto che la sua vescica sarebbe scoppiata da lì a poco.

Riportò lo sguardo su Harry, ancora addormentato, sperando segretamente che percepisse le sue preghiere e si svegliasse.

Quando lo stadio di incoscienza di Harry rimase invariato, Louis decise finalmente di disturbare il suo sonno.

Non era abbastanza forte per riuscire a camminare senza un supporto.

Così sospirò e svegliò delicatamente Harry.

Harry aprì gli occhi ispirando duramente e le sue mani cercarono istintivamente Louis.

Il castano gli rivolse uno sguardo di scuse mentre l'atro cercava di recuperare la sua prontezza di riflessi.

"Mi dispiace." Sussurrò Louis.

Nonostante la mente annebbiata, Harry non poté fare a meno di pensare che Louis somigliasse ad un piccolo cucciolo nei guai.

"Stai bene?" Chiese, la sua voce suonava ancora più assonnata dei suoi occhi.

Louis trasalì, sentendosi ancora più in colpa per averlo svegliato dal sonno più che meritato.

Imprecò contro la sua incapacità di prendersi cura di se stesso.

"Ho bisogno del bagno." Ammise timidamente.

Gli occhi di Harry si incresparono non appena stirò le labbra in un pigro sorriso. "Perché non mi hai svegliato?"

"L'ho appena fatto."

Harry ridacchiò. "Intendo prima. Non mi sarebbe importato."

Harry scosse affettuosamente la testa mentre stiracchiava i muscoli intorpiditi del collo e della schiena e si alzava dal divano.

"Andiamo, ti aiuto."

Louis sospirò, sperando di non sembrare completamente debole. Alzò entrambe le mani e le unì a quelle del riccio, e facendosi forza, riuscì ad alzarsi in piedi.

Harry fece scivolare una mano in supporto attorno alla sua vita, tenendolo in posizione eretta.

"Come stai?" Chiese. "Riesci a muoverti?"

Louis percepì il familiare indolenzimento invadergli i muscoli, ma grazie ai medicinali presi poco prima, riuscì ad annuire.

"Sto bene."

Harry non si mosse subito, scrutando il volto dell'altro in cerca di qualsiasi segno d'incertezza. Quando determinò che Louis dicesse la verità, annuì a sua volta e fece un piccolo passo, incoraggiando Louis a fare lo stesso.

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