Capitolo Ventisette

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I giorni seguenti trascorsero più o meno allo stesso modo; Louis rimase nel suo letto d'ospedale, riposando comodamente e cercando di guarire con Harry stretto al suo fianco.

I due ragazzi erano diventati velocemente i preferiti tra lo staff medico, con infermiere e dottori ad affacciarsi frequentemente nella stanza silenziosa per accertarsi che i livelli del dolore di Louis rimanessero bassi.

Infransero, inoltre, le regole permettendo ad Harry di rimanere lì oltre gli orari di visita. Portarono dentro una piccola brandina per il riccio, che fu però inutilizzata.

Harry non riusciva a fare a meno del calore emanato da Louis. Sentiva un travolgente senso di protezione verso quel ragazzo, e l'unico modo per tenere a bada le sue preoccupazioni riguardo la sua salute era tenerlo stretto tra le braccia.

Si ritrovò inoltre a sentirsi più sicuro nel dividere il letto con Louis. la sua presenza costante teneva lontani gli incubi riguardanti occhi neri e sangue dal sapore metallico.

Louis lo calmava.

Harry poteva solo sperare che la sua presenza avesse lo stesso effetto sul castano.

Louis si era lentamente riaperto; parlando di più e non sobbalzando ogni volta che Harry lo toccava inaspettatamente. Tuttavia, Harry era l'unica persona con cui Louis riuscisse a parlare.

Nonostante il ragazzo dormisse molto, era sempre stanco; la sua mente era tormentata dai ricordi. Harry non era nemmeno sicuro che gli incubi si limitassero agli eventi accaduti negli ultimi giorni di prigionia.

Ad un certo punto, Louis si era quasi precipitato fuori dal letto in preda al panico ricordandosi della salute di sua madre. Dopotutto, non l'aveva vista per quattro giorni e non aveva idea di cosa Jason le avesse fatto. Era stata la prima cosa che Anne ed Harry si erano preoccupati di scoprire una volta essersi accertati della salvezza di Louis e dopo che Harry era stato medicato a dovere. Venne fuori che Jason l'aveva mollata in un ospedale così da fare in modo che i giorni con Louis non venissero interrotti.

Jay non aveva idea di cosa stesse accadendo a suo figlio.

In un primo momento, Harry si sentì infuriato dal fatto che una madre non fosse a conoscenza del dolore che il suo stesso figlio stava provando. Ma Jay era una donna malata, sofferente degli effetti provocati da quel terribile disturbo passato inosservato per troppo tempo.

Non era davvero colpa sua, e nessuno poteva biasimarla. Al contrario, si sentirono male per lei.

La notizia di ciò che Louis aveva passato distrusse irrimediabilmente la donna. Si agitò tanto da stare ancora più male, ed i dottori dovettero somministrarle altre medicine, portandola a dormire l'intero giorno.

Quando Louis lo seppe, non reagì male come si sarebbero aspettati tutti. Harry non sapeva se fosse a causa dello shock, o se era semplicemente abituato a vedere sua madre star male.

In ogni caso, il cuore di Harry si ruppe per il ragazzo.

"Buongiorno, ragazzi!" L'amichevole voce della solita infermiera mattutina di Louis disse non appena irruppe nella stanza.

"Ciao, Lindsey." Salutò Harry, stiracchiandosi leggermente e mettendosi seduto sul letto.

Louis rimase in silenzio.

"Come va con il dolore, Louis?" chiese la donna controllando le sue condizioni.

Passò un breve istante prima che Louis scosse la testa.

"Beh," Parlò lei. "Sembra tutto in ordine. Sarò di nuovo qui tra poco per portarvi qualcosa da mangiare, d'accordo?"

Louis le rivolse un piccolo cenno, rifiutandosi ancora di incontrare i suoi occhi gentili.

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