Capitolo Trentadue

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Il sole era ormai tramontato, la luna era alta in cielo ed illuminava tenuamente la casa buia attraverso le finestre.

Tutto era silenzioso; pacifico, mentre gli occupanti dormivano serenamente nelle loro stanze, esausti dalla giornata trascorsa.

La calma predominava.

Ma poi.

Un grido terrificato trafisse il silenzio di casa Styles, svegliando immediatamente Anne.

Si precipitò giù dal letto, dimenticandosi delle pantofole e della vestaglia mentre attraversava velocemente il corridoio nei suoi morbidi pantaloni del pigiama rosa con la canotta abbinata.

Non appena raggiunse la porta della stanza di Louis, spalancò gli occhi abbassando la maniglia e trovandola chiusa a chiave.

Un secondo urlo riecheggiò attraverso la porta, spedendo brividi alla schiena della donna.

"Louis?" Batté sulla porta con un pugno, la paura ad invaderle l'intero corpo. "Louis! Apri la porta, tesoro."

Quando non ricevette risposta, continuò a bussare, imprecando mentalmente contro se stessa per non aver rimosso la serratura dalla porta.

"Andiamo, Louis, sono Anne!" Urlò. "Ti prego, sblocca la porta!"

Le grida terrificate erano ormai spente, lasciando spazio a lamenti impauriti. Anne non aveva la minima idea su come agire.

Harry arrivò correndo verso di lei in quel momento, i ricci selvaggi e gli occhi preoccupati.

"Cosa succede?" Chiese subito.

Anne abbandonò il capo contro la porta, sconfitta.

"Ha bloccato la porta."

Il cuore di Harry si ruppe.

Oh.

Louis non si sentiva al sicuro.

Ha chiuso la porta perché non si sentiva al sicuro.

Anne rimosse la fronte dalla porta e ricominciò a battere i pugni sulla porta, disperata.

"Smettila!" Afferrando i pugni della donna.

Anne voltò il capo per guardare suo figlio, gli occhi spalancati, la mascella a terra alle azioni del figlio. Alzò un sopracciglio interrogativa.

"Lo stai solo spaventando ulteriormente." Spiegò. "Lascia provare me."

Harry prese un passo avvicinandosi alla porta, le labbra quasi a toccare l legno duro mentre parlava.

"Louis? Sono Harry." Disse morbidamente, facendo in modo che il suo tono fosse forte abbastanza da arrivare nella stanza. "Puoi sentirmi?"

Nessuna risposta.

"Sono qui con mia madre." Spiegò. "Siamo preoccupati per te."

Silenzio.

"Sei al sicuro qui, a casa... con la tua famiglia."

Harry sperava di riuscire a ricevere qualsiasi tipo di risposta dal ragazzo, ma non successe.

Almeno ha smesso di gridare.

Harry si voltò verso sua madre. "Non so cosa fare."

Lei scosse la testa, non sapendo cosa dire. "Nemmeno io."

Harry sospirò prima di bussare gentilmente. "Louis, puoi per favore dirmi se stai bene?"

Niente.

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