Louis era adagiato sul suo letto d'ospedale, nascosto sotto le soffici coperte. La stanza era silenziosa, fatta eccezione per il continuo borbottio dei macchinari che riempiva l'ambiente. Dopo aver parlato con Anne, Louis le aveva chiesto di lasciarlo solo; per riordinare i propri pensieri.
Anne aveva esitato appena, ma poi aveva realizzato che Louis meritasse del tempo per se stesso. Non era rimasto mai solo da quando era stato rinchiuso in quell'ospedale.
Louis, d'altro canto, non riusciva ancora a capacitarsi del perché Anne continuasse a volerlo in casa loro, dopo tutto ciò che aveva fatto. Harry era stato ferito, a causa sua. Avrebbe avuto una cicatrice sul collo per il resto della sua vita, a ricordargli perennemente il mostro che gli aveva causato tutto quel dolore. Era anche la ragione per cui Harry era triste. Il riccio non lo avrebbe mai ammesso ad alta voce, ma Louis poteva vedere il dolore nei suoi occhi, dolore che non era nient'altro che causato dalla tristezza.
Ed era tutta colpa di Louis.
Percepì qualcosa di bagnato farsi strada sulla sua guancia, passò quindi una mano sul volto, asciugando con rabbia le lacrime.
Rabbia nei confronti di Jason.
Rabbia nei confronti di se stesso.
Rabbia per quell'intera situazione.
Ma più di tutto, era arrabbiato per il fatto che Harry vi fosse stato trascinato.
Il riccio era diventata l'unica luce nell'oscurità che occupava la sua mente, da quando suo padre lo aveva rifiutato a causa della sua sessualità. Oscurità intensificatasi con l'arrivo di Jason nella sua vita.
Da quando Louis aveva incontrato Harry per la prima volta in quel corridoio, si era sentito tirar via da quel buio. Harry non era stato proprio amichevole durante i primi giorni, ma Louis non aveva potuto fare a meno di perdersi per lui. In qualche modo aveva sempre saputo che Harry sarebbe stato fondamentale per star bene.
Ma ora Louis poteva vedere la luce all'interno dell'ragazzo affievolirsi. Stava cercando di essere forte, ma il castano sapeva che Harry fosse stato profondamente scosso dagli eventi accaduti almeno quanto lui. Harry era stato vicino all'eseguire le pretese di Jason.
No, non devo pensare a quello.
"Knock knock." Una voce morbida arrivò dalla porta.
Louis sollevò il capo dal cuscino e vide Harry camminare verso di lui con un sorriso luminoso a decorargli il volto.
"Vuoi un po' di compagnia?" Chiese addentrandosi ulteriormente nella stanza. Louis voleva davvero dire di no, dirgli che stava ancora cercando di dare voce alla marea di pensieri che gli vorticavano in testa, ma non avrebbe mai potuto mandar via Harry, quindi annuì ed il riccio si sedette sulla sedia accanto al letto.
Louis lo fissò, domandandosi il motivo del suo buon umore. Solo pochi momenti prima stava pensando a quanto triste Harry sembrasse ultimamente, a come la luce accecante dentro di lui si stava pian piano affievolendo. Ma ora il riccio sorrideva luminoso, gli occhi a brillare dalla felicità.
"Cos'hai da sorridere così tanto, Riccio?" Chiese, utilizzando lo speciale soprannome. La domanda fece allargare il sorriso dell'altro.
"Dopo che mia madre ha parlato con te, mi ha detto di cos'avete discusso." Spiegò.
Louis inclinò il capo di lato, non capendo ancora il motivo di tanta felicità.
"Lou, verrai a stare da noi."
Louis emise un piccolo "oh" e distolse lo sguardo da Harry.
Harry si accigliò. "Tu...tu non vuoi stare da noi?"
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More Than Meets The Eye
FanfictionHarry Styles è solito essere spintonato e deriso dalla squadra di football della scuola, quindi non si aspetta niente dal nuovo arrivato, Louis Tomlinson, che sembra essere un atleta. Riuscirà Harry ad imparare che non tutti sono uguali, che chiunqu...