Capitolo Quattordici

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Harry era preoccupato. Completamente ed incredibilmente preoccupato.

Aveva passato l'intero fine settimana pensando al ragazzo ferito e malconcio che aveva riaccompagnato a casa quel venerdì sera.

Non importava quanto cercasse di negarlo, Louis aveva un problema. Harry non aveva mai visto nessuno tanto ferito e distrutto prima. Si ritrovò a camminare nervosamente per la sua stanza durante quei due giorni, cercando di convincersi che Louis stesse bene. Se fosse stato ferito gravemente, avrebbe avuto il buon senso di andare in ospedale. O almeno Harry sperava fosse così.

Non importava quanto avesse provato a convincersi che Louis stesse bene, quella domenica pomeriggio si ritrovò seduto nella sua macchina ancora parcheggiata nel vialetto di casa, dibattendo con se stesso se raggiungere o no quella casa bianca per controllare Louis.

Scosse la testa, continuando ad ignorare la fastidiosa vocina nella parte posteriore del suo cervello, e ritornò dentro casa. Passò il resto della giornata in camera sua, suonando la chitarra e scrivendo canzoni con la speranza di tenere la propria mente occupata da quei martellanti pensieri sul ragazzo dagli occhi blu, che continuava ad apparirgli bisognoso d'aiuto.

"Ti sei iscritto ad un concorso canoro o qualcosa del genere?" Chiese Anne entrando nella camera del figlio. "È tutto il giorno che canti."

Harry alzò lo sguardo dalla chitarra e sospirò. "No, ero solo.. annoiato."

Anne prese posto sul suo letto. "Oh. Beh, in questo caso dovresti annoiarti più spesso, perché sei stato fantastico, tesoro."

Harry le rivolse un mezzo sorriso tirandosi a sedere.

"Okay, c'è qualcosa che non va." Disse dopo un momento di silenzio. "Non sei solito passare l'intera giornata in camera tua scrivendo canzoni per noia. Che succede?"

Harry guardò sua madre negli occhi per la prima volta e sospirò ancora. Sapeva che avrebbe dovuto dire a sua madre cosa gli era accaduto, ma riusciva ancora a sentire la voce imbevuta di panico di Louis, 'Promettimi che non dirai una parola a nessuno riguardo tutto questo.' Harry non voleva rovinare il loro crescente rapporto infrangendo quella promessa.

Decise che avrebbe semplicemente aspettato il giorno seguente a scuola per parlare con Louis assicurandosi che stia bene.

"Non è niente, mamma. Solo mi andava di lavorare sulla mia musica oggi." Mentì Harry.

"Quei ragazzi a scuola continuano ad infastidirti?" Chiese inaspettatamente Anne, posizionandosi meglio sul letto e rivolgendo ad Harry con uno sguardo minacciosamente protettivo. "Non si tratta ancora di quel Louis, giusto?"

"No!" Rispose velocemente Harry, facendo scattare la testa in su.

"Louis non mi ha fatto niente. Lui.." Harry si bloccò, chiudendo gli occhi.

Ha bisogno d'aiuto.

"Sto bene, mamma." Insistette Harry. "Sul serio, non sta succedendo niente."

"Okay, dolcezza." Anne rispose dopo un momento di esitazione. "Ti lascio lavorare alla tua musica in pace."

Si alzò dal letto e camminò verso la porta, voltandosi per dire un'ultima cosa a suo figlio prima di uscire definitivamente dalla stanza. "Se vuoi parlare io ci sono. Aiutarti è il mio lavoro, non importa di cosa si tratti. Ti voglio bene."

"Grazie, mamma. Te ne voglio anch'io."

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Quando Harry arrivò a scuola quel lunedì mattina, fu oltremodo sconvolto nello scoprire che Louis non c'era. Passò l'intera pausa pranzo e la sua lezione da segretario percorrendo tutti i corridoi, sperando di trovare il suo amico da qualche parte, senza però nessun risultato.

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