Capitolo Ventisei

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Anne era abituata agli ospedali. Dopotutto, aveva fatto volontariato lì per molto tempo, assistendo infermieri e dottori ed aiutando i pazienti.

Era abituata alle mura asettiche e tremendamente bianche.

Il penetrante odore di disinfettante non le procurava più fastidio al naso.

Non faceva nemmeno più caso al costante via vai dei dottori.

Anne sapeva come non farsi prendere dalle emozioni alla vista delle persone malate o ferite che occupavano i letti.

Ma in quel momento, in quel momento Anne sentì di odiare ogni cosa relativa ad un ospedale.

Odiò l'odore.

Il bianco...tutto.

Il costante beep dei cardiofrequenzimetri che era abituata ad ignorare le stava procurando un penetrante mal di testa.
Anne sospirò e diede un'occhiata al pallido ragazzo dormiente raggomitolato sul fianco sul letto d'ospedale.

Cosa dovrei fare?

Spostò lentamente la scomoda sedia di plastica su cui era poggiata accanto al letto.

Anne non sapeva come avrebbe dovuto gestire tutto quello; non essendo sicura che il ragazzo steso su quel letto sarebbe mai riuscito a riprendersi ed a essere quello di prima.

Harry non avrebbe mai dovuto avere a che fare con qualcosa di così...orribile.

Nessuno dovrebbe.

Anne sospirò nuovamente, osservando il costante movimento del petto del ragazzo.

Avrei dovuto fare qualcosa, qualsiasi cosa.

Il respiro del ragazzo accelerò, disturbando il regolare incedere.

Gli occhi di Anne si spalancarono non appena notò il suo volto pallido corrucciarsi.

Sta sognando ancora.

Si sporse per posare delicatamente una mano sulle sue fragili dita. Non poté fare a meno di osservare il modo in cui il colorito del ragazzo somigliasse quasi alle coperte bianche.

Diede alla mano una dolce stretta, sporgendosi oltre il letto per sussurrare al suo orecchio. "Va tutto bene. Andrà tutto bene."

Dopo aver strofinato le dita con movimenti rassicuranti sul dorso della sua mano, salì a sfiorare il braccialetto d'ospedale, per poi circondare il polso sottile ed ossuto del ragazzo con la sua mano.

È troppo magro.

"Starai bene." Sussurrò ancora.

Continuò con i suoi movimenti delicati fino a che le sue palpebre non divennero pesanti, e permise loro di chiudersi.

Fu solo alcuni minuti dopo, quando si svegliò con un sussulto. Alzò istintivamente lo sguardo verso il letto e fu sorpresa di scoprire gli occhi del ragazzo aperti, intenti a fissarla.

"Sei sveglio." Sorrise, gli occhi colmi di eccitazione. "Pensavo avresti dormito per sempre."

Dopo aver aspettato per un lungo istante una risposta, e non ricevendone una, Anne realizzò con una fitta al letto che i grandi occhi tristi non fissavano lei, guardavano dietro di lei.

Sembravano vuoti.

Non guardavano niente.

"Dolcezza, puoi sentirmi?"

Niente. Gli occhi continuavano a fissare oltre la donna.

"Va tutto bene, tesoro. Sei salvo ora."

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