Capitolo Undici

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Non appena uscirono dal bagno, Harry diede una veloce occhiata al corridoio per accertarsi fosse vuoto. Le lezioni erano terminate un bel po' di tempo prima, quindi era quasi certo fossero soli. Dopo aver indossato la sua tracolla ed aver aspettato che Louis recuperasse il suo borsone sistemandoselo sulla spalla sinistra, Harry prese la mano destra del castano nella sua e lo guidò attraverso il corridoio.

"Andiamo, conosco una scorciatoia."

Continuarono a camminare cautamente per il corridoio, cercando di non essere visti da qualcuno del personale beccandosi una punizione. Louis non riusciva davvero a fermarsi dall'osservare costantemente le sue dita intrecciate saldamente a quelle di Harry, mentre veniva trascinato attraverso un corridoio che era sicuro non aver mai percorso prima.

La loro andatura accelerò, e Louis fu costretto a correre leggermente per tenere il passo con lunghe ed aggraziate gambe di Harry, senza mollare nemmeno per un istante la presa sulla forte ma allo stesso tempo delicata mano del riccio.

Quando stavano per superare l'uscita d'emergenza, Louis per un attimo fu preoccupato che avrebbero fatto scattare qualche allarme. Tuttavia, uscirono da scuola senza intralci e si diressero verso un cortile, dietro alcuni edifici di cui Louis non conosceva nemmeno l'esistenza.

"Questa è la scuola elementare, e questo," Disse indicando l'ambiente circostante. "È il loro cortile, siamo al sicuro qui." Spiegò Harry poggiando la sua borsa a terra. Si tolse la giacca, la posò sul terreno e vi si sedette sopra, all'ombra di una grande quercia. Era autunno inoltrato, la maggior parte delle foglie era già caduta dagli alberi creando un confortevole giaciglio su cui adagiarsi. Fece cenno a Louis di unirsi a lui, il castano non se lo fece ripetere, poggiò il suo borsone a terra e si sedette di fianco al sua nuovo amico sotto l'albero.

Entrambi i ragazzi se ne stavano seduti lì all'ombra con una fresca brezza a soffiare attorno a loro. Nessuno dei due apriva bocca, era come se non fossero sicuri di come procedere. Entrambi erano a conoscenza del fatto di dover discutere dell'accaduto, solo che non sapevano da dove iniziare. Dopo molti minuti di silenzio, Harry finalmente si girò verso Louis, prendendogli nuovamente la mano.

Ora o mai più.

"So che probabilmente non hai voglia di parlarne, ma ho davvero bisogno di ringraziarti. Quello che hai fatto per me, schierarti dalla mia parte - è solo, ha significato moltissimo."

Con grande sorpresa di Harry, Louis, che ancora si rifiutava di stabilire un contatto visivo, rispose immediatamente.

"Mi dispiace di averci messo così tanto a farlo."

Harry sorrise, lasciando la mano del ragazzo. "Mi dispiace che tu sia stato ferito. Probabilmente mi odi per questo."

Il capo di Louis scattò, incontrando finalmente gli occhi di Harry, i suoi grondanti di sincerità. "Non potrei mai odiarti, per te rifarei tutto ciò un milione di volte."

Harry arrossì leggermente, insicuro su come rispondere.

"Stavo per dirtelo."

Fu poco più di un sussurro, ed Harry era quasi sicuro di esserselo solo immaginato. Guardò Louis, che sedeva immobile, fissando il terreno. Harry attese pazientemente che il ragazzo dicesse di più.

"Non ero pronto. Non ero pronto a farlo sapere a tutti." Louis finalmente alzò il capo per guardare Harry. A giudicare dalla sua espressione facciale, il castano era preoccupato di cosa l'altro ragazzo avrebbe pensato della sua mancanza di coraggio.

"Ancora adesso non sono pronto a farlo sapere a tutti."

Louis riuscì a percepire una lacrima solitaria scorrergli sulla guancia. I lineamenti di Harry si addolcirono all'istante mentre portava un pollice ad asciugare la guancia del castano prima di racchiudergli il viso nelle sue mani.

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