ALEXANDER.
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(se si può definire così)Odio questa cazzo di città, voglio che bruci tutta intera. Voglio che tutti muoiano e mi lascino in pace, vorrei un mondo dove la gente non sia così terribilmente fastidiosa e stupida. Voglio, Voglio, voglio ma non ottengo mai un cazzo.
L'unica cosa che mi ha sempre tirato sù di morale in questa vita di merda è Rhysand. Lui farebbe di tutto per questa città che lo odia, per me e gli altri ucciderebbe e per quella bambina fastidiosa si sacrificherebbe all'istante.
Non ho subito traumi, sono sempre stato così: Inquietante come tutti mi descrivono.
Mamma e papà mi hanno portato diverse volte dallo psicologo per capire cosa avessi che non andava, perché non è normale che un bambino di undici anni sia così serio e apatico, gli sarà successo sicuramente qualcosa. No, a me non è successo niente.
Voglio dire, da piccolo ho visto mia zia scoparsi papà, i miei genitori che litigavano per colpa mia. Ma a me non è mai importato, non penso che questi trascorsi mi abbiano creato.
Secondo il mio punto di vista, sono sempre stato così.
Poi una sera tutto è cambiato. In peggio.
Sapevo già che i genitori di Rhysand fossero strani e cattivi, Rhys mi ha sempre raccontato che vivere con loro non è mai stato facile. Ma non mi aveva mai detto che era stato adottato, né che abusavano di lui entrambi ma in modi differenti.
A 15 anni ho guardato Cillian Volkov riempirlo di frustate solo per il gusto di fare, perché si divertiva a farlo. Ogni parola o azione del mio amico era una scusa per torturarlo.
Sono rimasto traumatizzato perché Rhysand non urlava né si lamentava, lasciava andare e quando usciva con noi era come nuovo.
Poi una notte stranamente si è sfogato e ha parlato talmente tanto che è scoppiato a piangere e noi con lui, be' non io perché sono un cazzo di apatico di merda.
Penso sempre a quanto abbia sofferto nella sua vita, mi chiedo come faccia ad essere ancora così intatto.
Io molto probabilmente l'avrei fatta già finita.
«A che pensi?»
Mi chiede il diretto interessato dei miei pensieri.
«Ad una biondina niente male che abita sotto il suo stesso tetto ed è diventata sua sorella»
Killian cantilena e lo guardo male. No, stranamente non pensavo a lei.
Ieri è tornata a casa a piedi.
«Chiudi il becco.»
«Se non te la fai tu me la faccio io.» Mi dice Killian, lo guardo male.«Non ci provare.»
«Quanto sei geloso Alex.» Alza gli occhi al cielo.
«È mia sorella, non la tocchi.» Gli ricordo quasi ringhiando.«Tecnicamente sorellastra.» Mi corregge Grayson. Raiden ridacchia scuotendo la testa. «Dice sorella così almeno si ricorda che non può scoparsela.» Ridono tutti quanti tranne io e Rhysand.
«Cristo smettetela di fare i coglioni.» Rhysand si alza dalla poltrona del suo salotto.
«Orso bruno è arrabbiato.» Sussurra piano Grayson, ma non abbastanza per non farsi sentire da Rhysand che gli schiocca una brutta occhiata. Dei passi leggeri scendono velocemente le scale di casa Volkov, e Renesme entra in salotto. «Eccola, la luce dei miei occhi è arrivata a salvarmi.»
Grayson alza un braccio verso di lei mentre è stravvacato sul divano. Renesme lo guarda disgustata.
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The Devil's Game
ChickLitSunbailey è una piccola città dove girano tantissime voci. Tra queste, si dice che la famiglia Volkov fa terribilmente paura. E hanno completamente ragione. Oltre ad avere un cimitero privato nel loro giardino, vestirsi sempre di nero e comportarsi...