16. You didn't deserve me at all

2.9K 139 37
                                    

AELINE.

Rimango sotto una grossa nuvola grigia, mentre con il piede scalcio un sassolino a terra.

Sento il rombo della moto e la mia testa scatta sull'attenti.

Rhysand parcheggia la moto davanti a parco oscuro e scende in modo molto elegante, sensuale oserei dire.

I miei organi vanno in subbuglio mentre lui si toglie il casco.

La respirazione inizia a farsi pesante e le mie mani iniziano a sudare, il cuore va velocisismo come non mai mentre io aspetto soltanto che quei occhi scuri si posino su di me.

Non so perfettamente cosa pensare di Rhysand, ci sono fin troppe cose da dire che non ho la minima idea da dove cominciare.

E a volte delle semplici parole non riescono ad esprimere quelle che penso.

So che è intelligente, furbo e quando vuole premuroso, ma è talmente contorto che capirlo è un'impresa molto difficile e io forse da piccola non avevo la maturità giusta per capire che Rhysand mi avrebbe trascinato in un tunnel senza fondo.

Senza farlo apposta, mi ha completamente inghiottito, senza di lui mi sentivo come se una parte di me fosse morta, mi sentivo quasi in astinenza di qualcosa.

In tutto questo tempo non ho mai capito se la mia relazione con Rhysand fosse sana o no, vista dagli occhi di qualcun'altro poteva sembrare strana, abusiva, possessiva e quant'altro, ma in quei momenti c'eravamo solo noi e nessun altro.

Solo io e lui. Soli.

All'inizio era molto freddo, distaccato e impaurito oserei dire. Poi con il passare degli anni sembravo il suo punto di riferimento. Mi dava la buonanotte ogni volta salendo dall'albero per arrivare in camera, amava giocare con i miei capelli e il suo momento preferito erano sicuramente le coccole. Non è mai stato abituato a scene d'affetto, ma grazie a me ha capito di amarle.

Ogni volta mi spiegava la trama dei suoi libri preferiti ore e ore, mi costringeva persino di leggerle, guardavamo serie tv e film, poi suonavamo perché Rhysand aveva scoperto di amare il pianoforte di casa sua.

Mi ha insegnato persino ad andare sullo skateboard e quando mi sono fatta male sbucciandomi il ginocchio e gomito, lui si è preso cura di me.

Come faccio semplicemente andare avanti e voltare pagina? Mi ha segnata sul profondo, vive dentro di me e non se ne vuole andare. Ho tantissime pezzi di Rhysand che galleggiano dentro il mio cuore.

Ed ecco perché adesso sono qui, con una voglia matta di parlargli.

Perché questa cosa deve finire.

Devo sapere se posso andare avanti, come lui ha fatto da tempo.

Ritorno con i piedi per terra quando si infila le mani sui jeans scuri e mi fissa.

Ed ecco che il mio intestino ha un'invasione di farfalle, mentre le mie ginocchia diventano improvvisamente di gelatina e faccio fatica a reggermi in piedi.

«Sei arrivato.» Parlo per prima mentre lui scende le scale che porta all'Arena del parco.

«Avevi dubbi?» Mi chiede con voce estremamente profonda, talmente bella che le mie orecchie fischiano quando sentono il loro suono preferito.

«Parecchi.» Faccio sincera, anche se in realtà non mi ha mai dato buca in tutta la sua vita. Arriva davanti a me, di tanti centri metri di distanza.

«Sei persino arrivato in anticipo.» Gli faccio notare.

Lui alza le spalle e indica dietro la moto con il pollice.

The Devil's GameDove le storie prendono vita. Scoprilo ora