19. And this is how the story begins

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RHYSAND.
7 anni prima.

ATTENZIONE, questo capitolo contiene tematiche pesanti, non è per fare spoiler è solo per il vostro bene. Se sapete di essere persone facilmente impressionabili vi consiglio di lasciare perdere la storia, è tutto solo per il vostro bene, che viene sempre prima di tutto! 🙏

⚠️TW: abuso. ⚠️

«Non rompermi le palle.»

Mi alzo dal divano non riuscendo a tollerare la presenza di Renesme, la mia voglia di condividere il suo stesso respiro nella stessa stanza è pari a zero.

«Rhysand vieni qui.» Mi urla da dietro.

Esco di casa imprecando, l'unico posto dove posso stare da solo è il cimitero ma papà e Greg stanno scavando una fossa per Lucien.

Li raggiungo silenziosamente e mi nascondo dietro la colonna vedendo il corpo di Lucien buttato lì in un angolo.

Greg, il vecchio che si occupa della nostra casa, finisce di scavare, si asciuga la fronte imperlata dal sudore e si appoggia alla scopa.

Papà inizia a spingere il corpo di Lucien con i piedi, troppo schifato da prenderlo in braccio.

E poi con un tonfo cade a terra.

Mi viene quasi da piangere, pensavo di aver trovato finalmente qualcuno che mi facesse stare bene.

Lucien era un cane randagio e stava sempre fuori da casa mia, persino lui aveva paura di entrarci dentro. Ho deciso di farlo entrare in casa giusto una settimana fa. Mamma era felice,diceva che prendermi cura di un cane mi avrebbe fatto bene, persino Renesme era felice e lei non lo è mai. Papà invece mi ha detto che era una mia responsabilità e che quindi era compito mio.

Lucien stava benissimo, l'avevo lavato e coccolato.

Dormiva sempre nel mio letto, stava con me quando leggevo e gli davo da mangiare dal mio stesso piatto.

Non era molto ma a lui stava bene.

Sapevo che prima o poi avrei pagato le conseguenze per aver portato un cane in casa senza il permesso dei miei genitori, pensavo nelle solite frustate di papà, ma non mi sarei mai immaginato che avrebbe avuto il coraggio di avvelenarlo.

Lucien, gli ho dato quel nome perché mi ricordava Lucifero, era un diavolo proprio come me.

Pensavo finalmente di non essere solo.

Una mano si appoggia sulla mia spalla e riconosco il profumo di mamma.

«Tesoro,» Inizia, «Lascia stare, vieni via.»

Ma io non mi muovo dal posto.

«Amore ti prometto che ti comprerò un altro cane.»

Mi guarda dall'alto e sembra davvero dispiaciuta, ma so che la sua è tutta recitazione.

«C'era bisogno di ucciderlo?»

«Lo so mi dispiace moltissimo, papà è stato molto cattivo.»

Mi accarezza la schiena, ma le conviene smetterla perché quel strofinare mi sta facendo bruciare le ferite.

The Devil's GameDove le storie prendono vita. Scoprilo ora