Capitolo 1

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Krystal

Sono sempre stata affascinata dal corpo umano o forse meglio dire dallo scheletro umano. Ricordo che all'età di sette anni andai con la mamma in cerca di un costume per la festa di halloween e invece di tornare a casa con qualche strano costume io tornai con uno scheletro di plastica che era il doppio di me. La mamma era impaurita da quel affare ma anche così me lo comprò quando vide i miei occhi luccicare di felicità. Insomma, non è da tutti i giorni vedere una bambina affascinata di una cosa che magari ad altri bambini mette paura. Forse è stato quel momento lì che mi innamorai dell'idea di studiare lo scheletro umano e ogni secreto che le ossa possano nascondere. Sapevo già cosa avrei voluto studiare da grande e se la mamma inizialmente era scettica e per niente convinta io con il passare degli anni ero sempre più convita finché non mi iscrisse al college per prendere la laurea e diventare un antropologo forense. Ho ventiduenne anni è quest'anno prenderò la laurea in archeologia che mi permetterà di seguire il master per diventare un vero e proprio antropologo.

<Smettila di stare con il naso sui libri Krystal. Sicuramente lì non troverai nessun ragazzo. O forse...> Yasmin si sofferma un attimo mentre si avvicina al divano togliendo in malo modo il libro di storia medievale dalle mie mani per poi fissarlo in modo strano mentre inizia a sfogliarlo.

<Giuro che se me lo rompi alla fine io sfoglierò te nello stesso modo strappandoti i capelli però>

<Pensavo che magari uscisse qualche bel ragazzo da queste pagine. Insomma, non è normale il tempo che passi su questi libri> risponde in modo stupido lanciando il libro sopra il piccolo tavolino in legno che c'è davanti al divano facendomi venire un colpo al cuore.

<Yasmin!> la riprendo l'attimo dopo.

<Oh smettila di lamentarti, è solo un libro> dice indifferente per poi andare verso la cucina ma se lei pensa che anche questa volta resterò zitta si sbaglia di grosso. Adoro tantissimo Yasmin, infondo è la mia migliore amica ma certe volte è davvero una stronza stratosferica. L'unica cosa che io odio, a parte i prototipi maschili prepotenti, odio quando qualcuno, e in questo caso Yasmin, tratta con indifferenza i miei libri. Per carità so che sono solo dei libri e se si rompono posso comprarli nuovamente però il problema è che non voglio. La mamma, nonostante economicamente possiamo permettercelo mi ha insegnato di apprezzare e valorizzare le cose e non sprecare più del dovuto e poi io amo i miei libri perché mi permettano di arrivare al traguardo e di raggiungere il mio sogno.

<Yasmin> la chiamo appena la raggiungo in cucina e quando nota tra le mie mani i suoi bellissimi sandali neri improvvisamente il suo viso sbianca all'istante.

<Cos, cosa vuoi fare?> chiede balbettando. Ognuno di noi ritiene importante vari oggetti no? Ecco, Yasmin è fissata con le scarpe con il tacco. Forse ne ha più lei ma non le boutique.

<Ti avevo avvisato vero?> chiede sorridendo mentre giro fra le mani i suoi adorati sandali.

<Che, avevi detto che mi avresti strappato i capelli> risponde balbettando.

<Ho trovato un modo più efficace per farti capire che i miei libri non si toccano> rispondo mentre mi avvicino alla porta finestra che c'è in cucina per poi uscire in giardino.

<Cosa pensi di fare?> chiede preoccupata seguendomi.

<Secondo te sanno nuotare?>

<Krystal giuro che...> che qualsiasi cosa avrebbe voluto dire resterà un mistero dato che Yasmin si blocca sul punto di parlare quando i suoi adorati sandali prendono il volo finendo poi sul fondo della piscina.

<Oh smettila di fare quella faccia, sono solo delle scarpe> dico in modo ironico usando le sua parole contro di lei.

<Krystal, sono veramente i miei sandali quali?> chiede incredula mentre continua a guardare il fondo della piscina.

<Penso proprio di si> rispondo ridacchiando per poi allontanarmi indietreggiando finché non raggiungo casa e non mi vado a chiudere nella mia stanza a chiave.

<Krystal Evans! Apri subito questa porta o giuro che la sfonderò!> sento Yasmin urlare mentre bussa fortemente nella porta.

<È inutile provarci Yasmin> rispondo ridacchiando. L'anno scorso ci era riuscita veramente a buttare giù la porta dopo aver cambiato il suo shampoo con una tinta rosa per capelli e tutto questo perché il suo stupido gatto a cui sono allergica mi ha fatto trovare sopra il letto un topo morto. Quel giorno finì con me terrorizzata, con la porta della camera da letto rotta e con Yasmin stile Poppy di trolls.

<Appena uscirai da questa stanza prega di non incontrarmi altrimenti giuro che te la farò pagare> la sento urlare ma tanto ormai non le do più ascolto.

Quando vidi la prima volta questa casa me né innamorai e non per caso ho scelto la stanza che in realtà doveva fare da mansarda. A parte la luce che arriva grazie alla vetrata frontale che c'è a posta del muro, io adoro proprio il piccolo angolo di relax che mi sono creata con l'aiuto di Yasmin dato che lei ne capisce più di me visto che studia architettura e poi è fissata con gli arredi. Essendo una mansarda l'unica visuale che vedevo erano le tegole ma Yasmin ha trovato un modo per sostituire le tegole facendo tipo un terrazzino dove abbiamo messo un piccolo divano con dei cuscini grandi e morbidi, un tavolino per appoggiare piccoli oggetti e poi mi sono sbizzarrita tra lanterne e luci colorate e Yasmin  ha aggiunto anche qualche piccola pianta che cambia ogni mese dato che io dimentico proprio di annaffiare facendole appassire.

Mi sdraio sul divano e con tutto che oggi a Chicago il caldo è insopportabile stranamente non mi da fastidio. Di solito preferisco venire qui fuori la sera quando i raggi del sole calano lasciando spazio alla luna ma la corsa che mi sono fatta per arrivare fin qui mi ha stancata impedendo quasi all'aria di arrivare ai polmoni e per quanto cerco di restare calma e respirare profondamente questa volta non funziona. È brutto quando mi succede perché per quanto mi sforzi a respirare i miei stupidi polmoni non funzionano. Per me l'asma è come quando decidi di andare in apnea sott'acqua senza però portarti l'ossigeno perché tanto pensi di riuscire a nuotare più profondamente possibile ma poi ad un tratto di rendi conto che non riesci più a trattenere il fiato così cerchi di nuotare verso la riva in cerca di ossigeno ma tu stupidamente hai nuotato troppo in profondità e ormai senti come i tuoi polmoni stanno per esplodere.
Mi alzo velocemente dal divano andando verso la scrivania in cerca del broncodilatatore di cui ormai non ne posso fare a meno.

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